Cicchitto: "Chiesi protezione alla P2, controllavano il Corriere della Sera"

L'ex capogruppo di Forza Italia: "Vidi Licio Gelli all'Hotel Excelsior, era lì che riceveva i suoi affiliati. Un uomo opaco..."

di redazione politica
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Fabrizio Cicchitto
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Fabrizio Cicchitto e il clamoroso retroscena sulla sua affiliazione alla P2

Fabrizio Cicchitto, ex capogruppo di Forza Italia, sceglie di uscire allo scoperto e raccontare fatti inediti della sua vita. "L'iscrizione alla P2 è stata la cavolata più grande della mia vita. Avevo da poco litigato con Craxi - svela Cicchitto a Repubblica - ed ero sprofondato in una grave depressione. Cominciai a soffrire di manie di persecuzione. Mi feci lusingare dal fatto che loro controllavano il Corriere della Sera, offrivano buona stampa, protezione. Presi tutto sottogamba. Pensai: è soltanto una loggia massonica. Mi convinsero dicendo che vi erano iscritti anche il generale Dalla Chiesa e Maurizio Costanzo. Mi sentivo minacciato. Avevo ricevuto molte lettere anonime. Di minacce. Mi pedinavano. Sapevano chi vedevo, dove andavo, le donne che incontravo, così bussai alla P2".

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"Conoscevo - prosegue Cicchitto a Repubblica - Fabrizio Trecca, un medico amico di Costanzo, un tipo molto simpatico. Mi disse che avrebbero risolto la cosa delle minacce e mi mise in contatto con Gelli. Ci vedemmo un paio di volte all’Hotel Excelsior in via Veneto, dove Gelli riceveva i suoi affiliati. Mi fece l'impressione di un uomo opaco. Uno che non era brillante neanche nella malvagità. Facevamo chiacchierate oziose, aveva solo bisogno di far vedere che 30-40 deputati erano iscritti. In quel periodo poi cominciai a girare con la pistola, l'ho fatto per anni, per fortuna adesso non più. Ad un certo punto le minacce cessarono. I segreti della P2? Non si sa tutto. Ho sempre sospettato che c'erano altri elenchi fatti sparire in Uruguay".