Conte detta la linea (pacifista) a Draghi, Letta, Di Maio e Centrodestra

Guerra e armi all'Ucraina, dietro la svolta pacifista del governo (confermata dalle parole di Draghi a Biden) c'è l'uragano Conte

Giuseppe Conte 
Politica
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L'uragano Conte, ispirato da Grillo, provoca il cambiamento di toni di governo e Parlamento sulla guerra


E' passata solo una settimana da quando il ministro della Difesa, il Dem filo-americano Lorenzo Guerini, ha parlato di armi per "neutralizzare" le postazioni russe. Da quel giorno ne è passata tanta di acqua sotto i ponti. Anche al Nazareno, visto che lunedì Enrico Letta ha chiesto che "l'Ue sia unita per la pace, perché non dobbiamo farci guidare dagli Usa". Una bella inversione a U, confermata ieri ad Affaritaliani.it da Enrico Borghi, lettiano di ferro, che ha parlato di "diplomazia, dialogo e confronto". Il cerchio si è chiuso poi nella serata italiana con le dichiarazioni in mondovisione del premier Mario Draghi seduto accanto a Joe Biden davanti al caminetto nello studio ovale della Casa Bianca. “Gli europei chiedono pace, bisogna usare ogni canale”, ha detto il presidente del Consiglio.

Alla base di questa innegabile svolta, quantomeno nei toni e nella forma (ma spesso la forma è sostanza) c'è Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle. E' stato proprio l'ex premier, ispirato dal fondatore Beppe Grillo (raccontano in Transatlantico), a determinare la sferzata pacifista non solo del governo ma anche di gran parte del Parlamento. Perfino il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, certo non il migliore amico di Conte, ha iniziato da qualche giorno a sottolineare l'importanza della diplomazia e della ripresa del dialogo con il Cremlino.

Il numero uno pentastellato è stato abilissimo a non farsi etichettare come filo-russo, cacciando il presidente dell'ormai disciolta commissione Esteri del Senato, quel Vito Petrocelli affezionato alla Z putinana, ma allo stesso tempo ha chiesto un passaggio parlamentare prima dell'invio di nuove armi a Kiev (tecnicamente non necessario) e anche se non lo ha ottenuto ha manifestato pubblicamente e senza alcun imbarazzo tutto il suo disappunto nei confronti della scelta di Draghi. Il tutto senza dimenticare l'altra battaglia, quella contro l'aumento delle spese militari come chiesto dalla Nato (e in particolare dagli Stati Uniti).

"E' evidente che siamo andati dietro a Conte, che è stato anche bravo a tenere unito il Movimento", sentenzia un senatore Pd di lungo corso. Ma non finisce qui. Nel Centrodestra, Fratelli d'Italia a parte, ormai Matteo Salvini parla apertamente di stop all'invio di armi a Zelensky e anche se ha affermato a più riprese che non segue Conte, è evidente che la Lega e il suo segretario, vista la determinazione dell'ex premier, hanno cercato di cavalcare l'onda pacifista che emerge in modo inequivocabile da tutti i sondaggi di opinione e che i grillini hanno intercettato per primi.

Perfino in Forza Italia i toni sono mutati e accanto alle parole armi sono ricomparsi termini come confronto e diplomazia. Insomma, è innegabile come Conte abbia dettato la linea all'intera maggioranza e soprattutto al presidente del Consiglio, tanto da consegnargli il messaggio di pace per Biden da mostrare al mondo intero. Vedremo nelle prossime settimane se questa abile mossa riuscirà a risollevare il Movimento. 

 

 

 

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