Economia
Mediobanca alla vigilia della trimestrale: i piani di Caltagirone. ESCLUSIVO
Il costruttore romano è salito oltre il 5% delle azioni di Piazzetta Cuccia: ma per fare che cosa? E Generali?
Caltagirone al 5,5% di Mediobanca: che cosa succede ora?
Archiviata la partita di Generali, in molti sono ormai convinti che Trieste sia stata l’antipasto di una battaglia epocale che avrà luogo in Mediobanca. Piazzetta Cuccia dovrà rinnovare il consiglio di amministrazione dopo l’approvazione del bilancio al 30 giugno 2023. Insomma, avremmo di fronte 15 mesi in cui si dirà tutto e il contrario di tutto e che si prospettano davvero molto lunghi. Ma è davvero così? Partiamo però dai fatti: al momento la notizia è che Francesco Gaetano Caltagirone, tramite tre diversi veicoli (Gamma Srl, Istituto Finanziario 2021, Fincal Spa) è arrivato al 5,5% del capitale di Mediobanca dal 3,043 che deteneva.
Le strategie dei "pattisti"
Questo significa che i “pattisti” di Generali, guidati da Leonardo Del Vecchio, detengono un quarto delle azioni di Piazzetta Cuccia e possono con ogni probabilità contare anche sull’appoggio della famiglia Benetton, che ha voluto fare da “paciere” in Generali e che potrebbe replicare analogo schema anche a Milano. Voci, tra l’altro, sostengono che il patron di Luxottica potrebbe tornare a bussare alla porta della Bce per chiedere di salire anche oltre la quota del 20% che era stata precedentemente fissata. La domanda che molti si pongono è: ma i due "vecchi" della finanza dove vogliono davvero arrivare? C’è chi sostiene che entrambi puntino alla scalata di Mediobanca, l’ultimo salotto buono rimasto in Italia, per poter avere peso decisionale direttamente su Piazzetta Cuccia e indirettamente a Trieste.
Le scelte di Caltagirone
Si vedrà. Secondo ricostruzioni attendibili che Affaritaliani è in grado di sviluppare, al momento il pensiero principale di Caltagirone è su Generali. L’ingegnere a breve otterrà una cifra intorno ai 200 milioni di dividendi, rendendolo ancora più liquido di quanto già non sia. Mediobanca è, dunque, un investimento che garantisce un buon ritorno economico. Una “puntata” finanziaria e non tattica come molti vorrebbero, insomma. Si vedrà. Anche perché i mesi che mancano all’assemblea sono tanti e possono riservare diverse sorprese. Quello che è certo è che domani Piazzetta Cuccia presenterà i risultati del trimestre che, secondo quanto possiamo anticipare, dovrebbero essere positivi.
A Roma si sussurra che il costruttore sia molto soddisfatto dell’esito dell’assemblea di Generali perché alla fine, sostengono fonti accreditate, il risultato ottenuto è il migliore possibile: circa 10 punti di scarto su una partita in cui Mediobanca ha avuto a disposizione il prestito dei titoli, De Agostini è rimasta pur avendo già messo in vendita il pacchetto di azioni. E, soprattutto, si sostiene che molti fondi abbiano deciso da che parte stare – se si escludono i proxy che si erano già pronunciati da tempo – solo a ridosso dell’assemblea. Il costruttore romano è tornato in quel cda che aveva abbandonato e ora promette di voler far sentire la sua presenza anche per ottenere da Philippe Donnet e dalla sua squadra alcuni risultati ritenuti non più procrastinabili, su tutti l’M&A.
Il ruolo di Anima e della finanza nel portafoglio
Nel frattempo, Caltagirone è salito fino a quasi il 3,2% del capitale di Anima, Sgr che in passato era stata “suggerita” a Generali proprio dall’imprenditore romano. Secondo la Verità, la società di gestione del risparmio potrebbe addirittura diventare nuovamente un obiettivo per il Leone. Attualmente, il primo azionista è Banco Bpm, con il 20,6% del capitale, seguito da Poste all’11%. Chissà che Generali non possa tornare a pensare a un obiettivo di grande prestigio come Anima.
Infine, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it proprio la finanza, oggi, rappresenta una delle “gambe” su cui si poggia maggiormente la strategia economica dell’imprenditore romano. Che continua a essere tra i più significativi player nell’immobiliare ma che sta differenziando molto i suoi investimenti per garantirsi ritorni interessanti e non lasciare “parcheggiata” eccessiva liquidità in un momento di pesante inflazione. Quale che sia il futuro di Piazzetta Cuccia una cosa è certa: in questi mesi non ci sarà da annoiarsi.