Segreteria Pd, Cuperlo quinta colonna di D'Alema e non è detto che sia un male

Verso il congresso per la segreteria Pd/ Quello di D’Alema e Cuperlo è un blocco omogeneo di pensiero che da sempre ha abitato la sinistra

Di Giuseppe Vatinno
Politica

Pd, verso il congresso per la segreteria : dietro la mossa di Cuperlo il suo "amico" D'Alema

Gianni Cuperlo ha l’aplomb e il portamento di un gentiluomo di altri tempi. Nella forsennata politica di oggi spicca per moderazione e contenuti. Uomo di cultura, grande leggitore di libri che si porta sempre dietro rappresenta l’anima intellettuale del partito. Lui triestino, ricorda uno dei quei personaggi di Italo Svevo, della buona vecchia mitteleuropea, che sorseggiavano caffè al Tommaseo, ritrovo di intellettuali e artisti e vera fucina intellettuale della città.

Già segretario della FGCI e della sinistra Giovanile - ed attualmente deputato scala la nomenklatura del partito – sarà anche per breve tempo Presidente - e viene considerato da sempre a sinistra. Il suo ruolo di responsabile della Comunicazione dei DS - Fassino regnante - gli diede modo di capire da vicino i meccanismi interni di un partito molto strutturato che aveva però capito perfettamente la lezione di Gramsci sulla importanza della egemonia culturale. Da poco è candidato alle primarie del Partito democratico che si terranno a breve.

In passato è stato molto vicino a Massimo D’Alema, soprattutto durante il periodo della Bicamerale (1997 - 98), anzi è stato considerato un po’ la sua ombra e questa sembra essere per lui una eredità pesante tanto che qualche volta nell’attuale “campagna elettorale” ha cercato di prenderne le distanze, ribadendo una sua indipendenza. Tuttavia con scarsi risultati perché la sua storia dimostra questa vicinanza politica ma anche e soprattutto umana. Diremo di più. Si tratta di una vicinanza di “sentire” e cioè quella sorta di sesto senso che fa percepire per intuito più che per ragione cosa sia giusto fare.

Quello di D’Alema – Cuperlo è un blocco abbastanza omogeneo di pensiero che da sempre ha abitato la sinistra in tutte le sue manifestazioni. Culto del pubblico, attenzione per il sociale e soprattutto per i diritti dei lavoratori e delle classi più svantaggiate. Sana realpolitik con qualche scoria sovietica che di questi tempi matti può essere anche un valore. Cuperlo rappresenta il fantasma del vecchio PCI e in questa deriva che il Pd ha imboccato non è detto che sia per il loro partito una cosa necessariamente sbagliata.

C’è anche un precedente che fa riflettere ed è quello di Matteo Renzi. Anche lui, come D’Alema –peraltro suo acerrimo nemico- è stato Primo ministro e segretario e anche lui ha scissionato a destra creando Italia Viva. Pure D’Alema ha scissionato a sinistra, con minore successo, creando insieme a Pierluigi Bersani, Articolo 1 di cui è ancora segretario il contestato ex ministro della Salute Roberto Speranza. Ma le analogie non si fermano qui. Renzi ha lasciato nel Pd i “renziani” con cui ha avuto sempre uno stretto rapporto che è stato utilissimo a risolvere situazioni politiche difficili quando serviva un aiuto esterno.

E similmente D’Alema ha lasciato dentro il Pd i “d’alemiani” e Cuperlo è sicuramente il più rappresentativo di loro, ma anche il più affidabile. Ma le analogie continuano. Come i renziani costituiscono una sorta di quinta colonna pronta a favorire internamente un eventuale rientro di Renzi così i d’alemiani costituiscono una quinta colonna di segno uguale e contrario, volta a favorire un eventuale ritorno di D’Alema (e Bersani) nel Pd. Ovviamente le due ali estreme, la destra renziana e la sinistra d’alemiana non si amano molto, ma in politica nulla è dato per scontato e il potere –come noto- fa miracoli.

Quindi l’ipotesi di Cuperlo “quinta colonna” non è così peregrina perché la crisi in cui si dibatte il Partito democratico potrà esitare in una uscita di tipo costituente che segnerà la scelta tra visioni opposte della vita e della politica. E al modernismo della Schlein qualcuno potrebbe preferire l’usato sicuro di Cuperlo ancora più solido di quello di Bonaccini.

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