De Benedetti show attacca Meloni ma lui distrusse l'italiana Olivetti

L'editore di Domani durante un dibattito con Elly Schlein a Modena attacca la premier: "Fenomeno da baraccone che non fa l'interesse del Paese"

Di Giuseppe Vatinno
Politica

De Benedetti fa lo show alla "Repubblica dei poveri". Ma si scorda del suo (discutibile) passato. Il commento 

L’età c’è, 88 anni suonati. Una propensione alla polemica acida e decostruttiva pure. Quindi non si può certo dire che gli show di Carlo De Benedetti siano delle novità. Ma quello di ieri alla festa di Domani, che sarebbe “la Repubblica dei poveri”, è sembrato eccessivo pure all’entourage dell’Ingegnere. L’occasione, se così si può dire, gli è stata servita appunto a Tempi radicali, titolo che già di per sé evoca i fulgori delle battaglie giovanili anche se ora la senescenza avanzata restituisce l’immagine di un uomo grasso, stanco e mal invecchiato che gira con in mano un libello pubblicato da Solferino come un Savonarola eporediense.

La vignetta del saggio Yogananda per Affaritaliani.it 
 

L’argomento era nuovissimo, una cosa di cui non si è mai parlato e che naturalmente attira l’attenzione come la presenza di Marylin Monroe ad una festa di gay pervicaci e cioè “Una nuova sinistra è possibile”. Intervista doppia, perché c’era pure il nuovo santino progressista, la connazionale svizzera Schlein, che ha assunto i toni del ridicolo quando i due hanno cominciato a duettare squittendo l’uno all’altra in un giochetto melenso di rimandi, ammiccamenti e imbarazzanti mossettine. La moderatrice era una vecchia volpe di sinistra, purtroppo anche lei imbolsita e poco lucida, Daniela Preziosi.

Insomma De Benedetti era lì nella veste che più lo fa (ancora) godere: quella dell’arcivescovo incoronatore, lo stesso che si prese la mitica “tessera numero 1” del Partito democratico. Esordisce alla grande rivolto alla nuova diva scarlatta: “Ci liberi da questa massa di incompetenti”. Il riferimento ovvio al governo Meloni. Chi parla, è bene ricordarlo, è l’uomo che ha distrutto, con l’aiuto della CGIL e di Bersani, la più grande azienda informatica italiana, l’Olivetti, prima vendendola come “spezzatino” alla cinese Wang e poi all’olandese Getronics intascando miliardi e mettendo in strada migliaia di lavoratori. Quando si dice la coerenza.

Chi parla è colui il quale ha fatto scorribande finanziarie solo per profitto puro, un finanziere che si spacciava per industriale dietro il paravento della sinistra (leggi qui l'articolo). Un “Berlusconi dei poveri” che non ha mai avuto il coraggio di scendere in campo ma si è tenuto sempre dietro le quinte. Quindi parte a raffica: "Giorgia Meloni dimostra demenza, perché è contro l'interesse suo e del nostro Paese". 

"Quella figurina del nostro primo quando esce da una riunione a Bruxelles, dice che è soddisfatta, ma non si rende conto che la stanno a sentire anche i burocrati di Bruxelles. Se è soddisfatta, e invece sui migranti non è avvenuto nulla al Consiglio europeo, allora vuol dire che si può fare qualsiasi cosa con l'Italia. È autolesionista uscire e dirsi soddisfatti, dire che è stato un Consiglio storico, quando non ha ottenuto nulla".

Invece, secondo De Benedetti, quando andavano i cocchi suoi del Pd sull’Italia si riversava immediatamente una cornucopia di abbondanza e letizia. Ricordiamo, oltretutto, che De Benedetti è un cittadino svizzero essendo lì scappato per non pagare le tasse in Italia, come tanti furbacchioni suoi compari. Però non rinuncia a chiedere una patrimoniale per poi aggiungere “intanto io sto in Svizzera”.

Ma torniamo a ieri. De Benedetti si è spupazzato per tutta l’intervista la Schlein abbracciandola e baciandola, in maniera che se la sua compagna non ha pensato a male è solo per l’età geriatrica dell’Ingegnere. La Schlein, da parte sua, ha trovato il tempo di “acciaccare” qualche deiezione come quando ha detto che sì, Ultima Generazione sbaglia metodo ma come con Greta dobbiamo guardare la luna dell’ambientalismo e non il dito. Questo in onore dell’ultima azione degli ecovandali con l’attacco alla Barcaccia del Bernini a Roma.

Poi è ritornato sulla Meloni definendo una “baracconata” il mettersi al comando di un caccia dell’aeronautica militare per i 100 anni dalla fondazione, invece l’azione di UG è stata una lezione di galateo per studentesse delle Orsoline. Certo per lui il concetto di “nazione” e di “Patria” non esiste perché ottenebrato dalle proiezioni del simbolo del dollaro e dell’euro. Ma per fortuna c’è ancora chi crede a questi valori e alla fondamentale azione delle Forze Armate. Buona Barcaccia Schlein e De Benedetti: voi siete la più sicura delle polizze per il centro – destra che sentitamente ringrazia.

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