Destra in subbuglio, maggioranza spappolata, grande confusione sotto il cielo

Giorgia Meloni, forte del successo nazionale alle Europee, rischia di essere rivoltata dal boomerang di Bruxelles. Trema la "triade" con Salvini e Tajani

Di Angelo Maria Perrino
Meloni Salvini Tajani
Politica

Destra in subbuglio, maggioranza spappolata, grande la confusione sotto il cielo

Destra in subbuglio, in Europa e in Italia. Marine Le Pen stravince il primo turno in Francia e umilia Emmanuel Macron delegittimandolo in Europa. Orban e altri leader sovranisti lanciano il Manifesto dei patrioti e spaccano la destra europea fiaccando la leadership di Giorgia Meloni. Mentre in Italia Vittorio Feltri, icona della destra e ora meloniano, attacca volgarmente sul Giornale di Sallusti e Angelucci il vicepremier Antonio Tajani accusandolo di inciucio con i sostenitori antimeloniani della maggioranza Ursula. Fanno quadrato da Forza Italia e replicano sconcertati in difesa della linea europeista del rinascente partito fondato da Silvio Berlusconi e in appoggio del neoleader, vicepremier e ministro degli Esteri, dando a Feltri del rincitrullito e consigliandogli un immediato ritiro a vita privata.

Nei giorni scorsi, pubblico ceffone a Giorgia Meloni e al governo di Marina Berlusconi dalle pagine del Corriere della Sera in tema di diritti omosessuali, con esplicita approvazione delle tesi aperturiste e solidali della sinistra verso i gay. Si accinge a scendere in campo la maggiore dei cinque Berlusconi, rimasti grandi creditori e finanziatori obbligati degli azzurri? Ci mancherebbe solo questa... .

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Intanto Matteo Salvini sulle nomine apicali in Europa litiga tutti i giorni con Tajani, troppo sdraiato sui popolari di Weber, definendole un colpo di Stato e appoggia apertamente le manovre divisive di Orban. Sicché Giorgia Meloni, forte del successo nazionale alle Europee e reduce dai fasti comunicazionali di Borgo Egnazia, voleva rivoltare l'Europa come un calzino e rischia invece di essere rivoltata dal boomerang di Bruxelles.

Maggioranza in frantumi, babele di linguaggi, partiti in ordine sparso e unità perduta. Balla coi lupi il governo. E sarà molto difficile, senza un'azione mediatrice (di chi?) che per ora non si intravvede all'orizzonte, ritrovare l'amalgama e immaginare i tre leader di nuovo uniti nella lotta futura. Mentre si avvicina un autunno caldo per l'inevitabile pesante manovra di bilancio voluta da Bruxelles e l'opposizione, ringalluzzita dal successo nelle elezioni locali, rinasce e si ricompatta sui referendum. "Grande è la confusione sotto il cielo, la situazione è eccellente", diceva il leader comunista cinese Mao. Ma qui, a Palazzo Chigi e dintorni,  di eccellente si vede ben poco, se non una lenta deriva verso il caos. Povera Italia.

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