Economia
Marina Berlusconi contro Meloni: "Su diritti civili e aborto sono di Sinistra"
L'imprenditrice: "Mi allarma l'ondata degli estremismi di destra. L'Europa deve riflettere"
Marina Berlusconi vira a Sinistra: "Questa estrema destra in Europa va fermata"
Marina Berlusconi lancia "Silvio Berlusconi Editore", un'iniziativa con una sola parola d'ordine: libertà. "Non sarà solo un omaggio a mio padre, ma un progetto editoriale - spiega Marina a Il Corriere della Sera - che vuole dare forza al pensiero liberale e democratico". Marina allontana l'ipotesi di una sua discesa in campo: "Io in politica? Assolutamente no, né oggi, né in futuro". Poi attacca le estreme destre. "Il successo alle Europee di movimenti con idee antidemocratiche non può non allarmare. Le preoccupazioni sulle conseguenze del prossimo voto negli Stati Uniti aumentano". La figlia di Silvio entra ancora di più nello specifico, in quella che sembra una frecciata diretta alla premier Meloni. "Personalmente sui diritti civili se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq, mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere. Anche qui si torna alla questione di fondo, quella su cui non credo si possa arretrare di un millimetro: la questione della libertà". Marina Berlusconi affronta anche il tema della guerra in Ucraina.
Leggi anche: "Darà voce alla libertà". Mondadori, nasce la Silvio Berlusconi Editore
"Mio padre - prosegue l'imprenditrice a Il Corriere - cercava di fare entrare la Russia di Putin nell'asse occidentale. Era un uomo di pace, che mirava al rafforzamento e addirittura all'allargamento dell’Occidente e della democrazia. Per questo trovo inaccettabile che qualcuno lo accosti ai filo-putiniani di oggi, che l’Occidente e la democrazia li disprezzano. E comunque capitava anche che mio padre e io avessimo opinioni diverse. Ma ha sempre ascoltato e rispettato il mio punto di vista, anzi mi ha sempre spinto a dire tutto quello che pensavo". Marina torna poi sui sottili equilibri europei. "Penso che a Bruxelles si debba fare una riflessione molto profonda. Dietro il diffondersi di certe simpatie antidemocratiche c’è anche una crescente insofferenza, quasi una rabbia, verso l’Europa del troppo controllo, del dirigismo, della burocrazia. La risposta però non può certo essere quella di rinchiudersi nei propri confini".