"Elezioni a marzo. Meloni prende il 40% e...". La bomba trova conferme in FdI

Luigi Bisignani rilancia la tesi di Affaritaliani.it dopo l'editoriale di Marcello Sorgi su La Stampa

Di Alberto Maggi
Politica

Fonti qualificate del partito della premier, incalzate da Affaritaliani.it, fanno sapere che "se gli alleati fanno 'casino' sulla Legge di Bilancio l'ipotesi allora potrebbe diventare reale e concreta"

 

L'ipotesi sembrava peregrina. Fantapolitica. Buttata lì a fine agosto per far rumore. E invece non è affatto così. L'idea che Giorgia Meloni possa andare a elezioni politiche anticipate, per sfruttare il consenso enorme che oggi ha nel Paese, è stata lanciata da Luigi Bisignani a La Piazza di Affaritaliani.it a Ceglie Messapica e oggi viene ripresa da un editorialista di peso come Marcello Sorgi su La Stampa, che scrive: "Forse è anche per questo che in questi giorni, fra le voci che circolano, incoraggiata dalle crescenti difficoltà economiche, c’è anche quella di uno scioglimento delle Camere e di un abbinamento tra politiche, europee e regionali, in un election day in cui ciascuno metterebbe in gioco tutta la posta".

Lo stesso Bisignani, contattato da Affaritaliani.it, rincara la dose. "Certo che esiste questa ipotesi, come scrive anche Sorgi. E la mia non è un'impressione ma una possibilità concreta che sta maturando lentamente in ambienti alti, molto alti, di Fratelli d'Italia", spiega l'uomo che conosce molto bene il potere dei palazzi romani.

"La premier è un cavallo di razza e anche l'uscita di ieri sull'attacco alla sorella Arianna e alla famiglia non è stato un caso ma prepara il terreno per una discesa in campo alle urne per elezioni politiche". Secondo Bisignani "l'ipotesi è quella che Meloni si presenti alle Politiche questa volta da sola e senza alleati per sfruttare il consenso elevato che ha ancora nel Paese e prendere il 40% dei voti e poi andare in Parlamento e governare con chi ci sta". Ma quando le urne? A giugno con le Europee? "Non credo", afferma Bisignani. "Penso prima, subito dopo la manovra economica. Già a marzo. Deve fare presto e il tempo è un elemento chiave in questa strategia. Deve giocarsi adesso tutte le carte che ha".

On the record tutti gli esponenti della maggioranza, FdI inclusa, smentiscono categoricamente. Ma fonti qualificate del partito della premier, incalzate da Affaritaliani.it, fanno sapere che "se gli alleati fanno 'casino' sulla Legge di Bilancio l'ipotesi allora potrebbe diventare reale e concreta". Il punto chiave è proprio la manovra e le difficoltà economiche, come spiegano Sorgi e Bisignani. Se Matteo Salvini e Antonio Tajani non si accontentano e se continuano a premere per misure insostenibili dal punto di vista dei conti pubblici la premier è pronta a fare una manovrina light e a rovesciare il tavolo per andare al voto.

In conclusione, al momento non è lo scenario più probabile. Ma molti indizi fanno una prova. Determinante sarà il dibattito sulla manovra. "O Lega e Forza Italia si danno una calmata o Meloni ci pensa veramente e rompe con gli alleati", spiegano rigorosamente a microfono spento da FdI. Non solo, i continui sbarchi di migranti rischiano di indebolire il partito di maggioranza relativa e quindi bisogna fare presto, vista anche la chiusura di Germania e Francia sull'immigrazione. Un puzzle che si sta lentamente componendo e che potrebbe portare clamorosamente al voto già a fine inverno. E Mattarella? "In questo Parlamento non c'è un'altra maggioranza e il Quirinale lo sa benissimo. Punto", spiegano sempre da FdI. Vedremo, le prossime settimane saranno decisive.

 

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