"Metà elettori M5S non vota candidati Pd. No alla Lega di lotta e di governo"

Elezioni comunali, analisi dei flussi. Intervista a Livio Gigliuto (Istituto Piepoli)

Di Alberto Maggi
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"Gli elettori del Centrodestra a cui piace il governo Draghi votano per Forza Italia"


"Grazie all'analisi dei flussi elettorali emerge che nel Centrosinistra c'è un serio problema di coalizione che non viene rispettata dagli elettori", spiega ad Affaritaliani.it Livio Gigliuto, vice-presidente dell'Istituto Piepoli e partner del consorzio Opinio. "Bucci a Genova è stato votato dal 90% degli elettori dei partiti che lo hanno sostenuto, segno che il Centrodestra è fedele. A sinistra questo non succede. A Verona circa il 40% degli elettori M5S non ha votato Tommasi ma ha scelto Sboarina o Tosi, così dicono i flussi. Stessa cosa a Palermo ove la maggioranza degli elettori M5S non ha votato Miceli, candidato del Pd. La coalizione non viene vissuta dagli elettori dei 5 Stelle, almeno in buona parte, mentre a destra non importa di chi sia il candidato, si vota e basta".

Nel Centrodestra a queste Comunali "c'è stato, come era atteso, un travaso di voti dalla Lega a Fratelli d'Italia. Non ce l'aspettavamo di queste proporzioni al Nord, ad esempio a Verona, Genova, Parma e Alessandria. Ci sono casi in cui FdI batte la Lega 19 a 12 o 10 a 6, non di poco. Un'inattesa inversione di tendenza anche nel Nord-Est, strano perché FdI è sempre stato visto come un partito del Centro-Sud e Meloni vissuta come una leader romana. Al Nord c'è la tendenza ad abbandonare la Lega per Fratelli d'Italia".

Come è andata Forza Italia? "Vale lo stesso discorso per il Pd, paga il posizionamento chiaro a favore di Draghi. A chi nel Centrodestra piace il governo vota Forza Italia, si è visto a Palermo ma anche al Nord ad esempio a Monza. Forza Italia, di cui si parla poco, non cresce ma conferma la sua quota. Nel Centrodestra va bene o chi è contro Draghi in modo netto, Fratelli d'Italia, o chi è a favore, Fi. La posizione dentro-fuori della Lega non paga dal punto di vista elettorale", spiega Gigliuto.

E il centro? "Su Italia Viva ci sono pochi dati e scelte molto diverse da un luogo all'altro per fare una valutazione, mentre l'andamento di Calenda è tendenzialmente positivo specie in alcuni casi come a Palermo a L'Aquila. In alcuni casi le liste Azione-PiùEuropa arrivano al 5 o al 7% grazie alla strategia giusta di scegliere candidati non dentro il partito ma civici e legati al territorio. Di Benedetto a L'Aquila è andato abbastanza bene, così come Ferrandelli, che si era già candidato piu volte per il ruolo di sindaco, a Palermo, quindi era un nome conosciuto", conclude Gigliuto.

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