Elezioni, Pd sconfitto in Basilicata e Piemonte. Non c'è storia. Ecco perché
Elezioni regionali, Calenda fugge, sgambetto M5S. Campo largo in frantumi. Inside
La Sardegna con la vittoria di Alessandra Todde (al netto di colpi di scena nel controllo dei verbali) resterà un caso isolato
Si corre per perdere. Non ci sono dubbi all'interno del Pd sia per quanto concerne la Basilicata (elezioni regionali il 21 aprile) sia per quanto riguarda il Piemonte (al voto insieme alle Europee l'8-9 giugno). Alla fine i Dem e i 5 Stelle hanno chiuso l'accordo, di ripiego, sul nome di Piero Marrese come candidato comune per la Basilicata dopo il clamoroso ritiro di Domenico Lacerenza. Il risultato è stato quello di far scappare Azione di Carlo Calenda che ha annunciato che sosterrà Vito Bardi, Governatore uscente del Centrodestra (Forza Italia).
E la stessa cosa Carlo Calenda la farà in Piemonte dove a giugno, anche se non è ancora ufficiale, appoggerà l'azzurro Alberto Cirio, presidente uscente riconfermato dalla maggioranza di governo. Tra i Dem la spiegazione di quanto sta accadendo è molto semplice: la concomitanza o comunque la vicinanza di elezioni regionali, che prevedono alleanze, con quelle Europee dove ognuno corre da solo facendo concorrenza al partito più vicino come elettorato crea questa maionese impazzita che colpisce e affossa soprattutto il Centrosinistra demolendo il campo largo già demolito dagli elettori in Abruzzo.
Calenda, ma lo stesso discorso vale per Matteo Renzi, lotteranno fino all'ultimo voto per raggiungere il 4% e superare lo sbarramento alle Europee per ottenere parlamentari a Strasburgo e chiudere accordi e alleanze su candidati troppo lontani da loro politicamente spaventa l'elettorato moderato e li penalizza per le elezioni europee. Ecco perché Azione, e quasi certamente anche Italia Viva, scelgono il Centrodestra o una candidatura solitaria ma non l'alleanza con il Pd, a prescindere dalla presenza o meno dei 5 Stelle nella coalizione. E infatti in Piemonte il Pd non avrà con sé i pentastellati.
I Dem hanno scelto Gianna Pentenero per sfidare Cirio ma - spiegano fonti Dem - a opporsi all'accordo e a convincere Giuseppe Conte allo strappo è stata Chiara Appendino, oggi big nazionale del Movimento, ma che da sindaca di Torino ha avuto per cinque anni la dura opposizione del Pd in consiglio comunale e ora intende in qualche modo "vendicarsi". Difficile in Piemonte un'intesa con Azione e Italia Viva, proprio per la concomitanza con le Europee, e quindi al Nazareno facendo due calcoli tra sondaggi riservati e dati delle Politiche danno per scontata la sconfitta sia in Basilicata sia in Piemonte. Insomma, la Sardegna con la vittoria di Alessandra Todde (al netto di colpi di scena nel controllo dei verbali) resterà un caso isolato.