FdI, la sorella d'Italia Silvestri: “Meloni e il test del dna? Vi dico tutto”

Torna a parlare Rachele Silvestri, la deputata che ad aprile ha aperto il caso delle voci sulla paternità del figlio attribuita a un politico di peso di FdI

di redazione politica
Politica

Rachele Silvestri torna a parlare dopo il gossip che ha visto coinvolti anche la premier Giorgia Meloni e il cognato Francesco Lollobrigida 

La politica talvolta annoia, ma quando esplodono casi come quello che ha visto protagonista la deputata di Fratelli d’Italia, Rachele Silvestri, diventa intrigante. La vicenda ha tenuto banco per settimane e ha tirato in ballo perfino la premier Giorgia Meloni.

Ricapitoliamo: ad aprile Rachele Silvestri, con una lettera al Corriere della Sera, racconta indignata che ci sono voci che mettono in discussione la paternità del figlio attribuendola a un politico di peso di FdI. Le malelingue puntavano il dito su Francesco Lollobrigida (il ministro dell'Agricolutra ha smentito), marito di Arianna Meloni, sorella di Giorgia.

A quel punto, da piccola voce di corridoio si trasforma in un gossip di cui tutta Italia parlaCome ha scritto affaritaliani.it Silvestri si è prestata a una spettacolarizzazione del suo privato che ha dimostrato, una volta di più, come Fratelli d’Italia abbia un problema di comunicazione.

Oggi la deputata è tornata a parlare. “Ora va meglio, il peggio è passato. Ma rifarei tutto. Il test del Dna? È stata una decisione che ho preso per il mio compagno, ma Giorgia non mi ha mai chiesto di farglielo vedere”, ha confidato a Il Foglio.

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“Ero perseguitata da voi giornalisti. Mi cercavano per invitarmi in trasmissione a parlare di una cosa falsa, vergognosa e incredibile. E dunque insieme al partito, già un mese prima della pubblicazione della lettera, decidemmo una strategia che poi si è concretizzata”, ha risposto a chi le chiedeva perché aveva deciso di aprire un caso inviando una lettera a un giornale.

La voce, ipotizza Il Foglio, sarebbe stata messa in giro dal senatore di FdI Guido Castelli. “Diciamo che non posso metterci la mano sul fuoco, ma forse altro sì”, scherza la deputata. “Quella è stata una chiacchiera iniziata nel mio territorio, nelle Marche – spiega -. Che poi non si è più fermata. La mia vita era diventata insopportabile: non potevo uscire di casa, e non solo io”.

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La premier Meloni è stata contenta della lettera? “Sì, credo che l’abbia apprezzata”. Le ha chiesto di vedere il test del Dna di suo figlio? “No, ma che dice!”.  Ma perché allora ha voluto sollevare il caso? “In prima battuta l’ho fatto per mio figlio, che era appena nato. Ma anche per il mio compagno Fabio che è un imprenditore e ovunque andasse era inseguito da frasi del tipo: guarda che il padre del tuo bambino non sei tu era diventata una situazione intollerabile”.

Meloni non ha mai detto una parola sul caso. Lei l’aveva avvisata? “Certo, come detto, già un mese prima della lettera dentro Fratelli d'Italia è iniziata una riflessione per trovare il modo di fare un’uscita pubblica su questo caso vergognoso. Vede, di me si può dire tutto, non mi importa, ho le spalle larghe e mi scivola tutto addosso. Ma mio figlio e il mio compagno hanno diritto a essere tutelati”. 

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