Lista proscrizione, ira Gabrielli. Documento desecretato dai Servizi

Gabrielli: “Non indaghiamo sulle opinioni, fari puntati sulle fake news”

Politica
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Il Bollettino riguarda "un'analisi del fenomeno basata unicamente su fonti aperte e non contiene, considerata la fisiologica diffusione, alcun elemento proveniente da attività di intelligence"

“Le opinioni sono rispettate sempre, cosa diversa sono le fake news e la loro orchestrazione che, qualora accertata, potrebbe essere oggetto di un’attività di altro tipo”. Franco Gabrielli partecipa alla in conferenza stampa da remoto perché ha sil Covid. Nonostante la positività, però, il sottosegretario a palazzo Chigi con delega alla sicurezza della Repubblica ha dovuto rispondere alle domande dei giornalisti per provare a spegnere le polemiche nate dalla pubblicazione sul Corriere della Sera di una lista di presunti “putiniani” che sarebbero stati oggetto di un report dei servizi commissionato dal Copasir. Mercoledì il presidente dell’organo parlamentare, Adolfo Urso, aveva precisato che a realizzare il documento era stato “un tavolo interministeriale” con la partecipazione dell’Agcom, soltanto coordinato dall’intelligence.

Stamani Gabrielli ha annunciato che il documento – classificato come “riservato” – sarebbe stato desecretato. In questo modo si è scoperto che in 7 pagine di rapporto non compare quasi nessuno dei nomi pubblicati dal quotidiano di via Solferino, tranne quello di Alberto Fazoli, il giornalista freelance che era andato combattere in Donbass. Secondo Gabrielli, dunque, quel documento non è dossieraggio ma un semplice monitoraggio da fonti aperte: “L’attività dell’informativa non ha nulla a che vedere con l’intelligence, nulla che possa essere schedatura, dossieraggio, di persone”. Qualcuno, però, quel documento classificato come riservato l’ha comunque passato al Corriere: il fatto che ora sia stato declassificato vuol dire non ci sarà alcuna indagine sulla violazione del segreto? “Il documento è arrivato nella mani dei giornalisti non perché sceso dal cielo, è stato editato il 3 giugno, le stesse tempistiche fanno pensare che ci sia stata una mano solerte. Il fatto stesso che un documento classificato che doveva rimanere nell’ambito della disponibilità dei relatori è stato diffuso è una cosa gravissima. E nulla rimarrà impunito. Lo dobbiamo al Paese e alla credibilità di un comparto. Dovremo dare adeguate risposte”, ha spiegato Gabrielli.

Viste le polemiche generate una riflessione andrebbe aperta anche sul lavoro svolto dal tavolo per il quale è stato prodotto il dossier? “Sicuramente questa vicenda ci impone delle riflessioni, perché se poi il risultato ipoteticamente positivo ha un prezzo così alto”, ha detto Gabrielli rispondendo a una domanda del Fatto Quotidiano. “Ma un conto è un monitoraggio, un conto interpretazioni che possono derivarne. È prevalente che i cittadini sappiano che in Italia non c’è nessun grande fratello, e che nessuno tantomeno il governo ha oggetto di investigare sulle opinioni delle persone, per la massima trasparenza abbiamo deciso di declassificare questo bollettino. Non ci sono alcune finalità. Peraltro è una classifica molto bassa, il riservato è la prima delle classificazioni”. Da dove provengono dunque i nomi contenuti nell’articolo del Corriere? Sono per caso sotto indagine da parte dell’intelligence? “Non ci sono giornalisti nè politic” tra le persone monitorate dall’intelligence: l’ho detto anche in occasione del viaggio di Salvini in Russia – ha risposto Gabrielli – Ciò non ricade nell’attività oggetto dei nostri servizi. Ecco perchè mi ha dato particolarmente fastidio che sul giornale si insinuasse il sospetto che un parlamentare, Vito Petrocelli, fosse oggetto di monitoraggio”.


 

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