Ergastolo: risarcimenti e prove di dissociazione, dal Cdm ok a nuove norme

Dal Cdm ok alla proroga dell'entrata in vigore della riforma Cartabia al 30 dicembre. Conte a Meloni: "Bene intervento su ergastolo ostativo"

Politica

Governo, in Consiglio dei ministri confermato il rinvio della legge Cartabia. Nuovi provvedimenti sull'ergastolo ostativo

L'entrata in vigore del decreto legislativo di riforma del processo penale slitta dal 1 novembre al 30 dicembre. È quanto dispone la bozza del decreto legge all'esame del Consiglio dei ministri.

Lo slittamento è stato disposto per garantire l'impatto ottimale della riforma sull'organizzazione degli uffici giudiziari, accogliendo anche la richiesta di 26 procuratori generali che, in una lettera al ministro Carlo Nordio, hanno messo in evidenza i problemi e le difficoltà interpretative delle norme, in assenza di una disciplina transitoria, soprattutto per la parte relativa alle indagini preliminari.

Il rinvio rispetta comunque le scadenze del Pnrr, che prevede che la riforma sia attuata entro la fine dell'anno.

L'accesso ai benefici penitenziari per i condannati per reati di mafia e terrorismo è possibile "anche in assenza di collaborazione con la giustizia" se è avvenuta una "riparazione pecuniaria" del danno alle vittime e se è stata dimostrata la cessazione dei collegamenti con la criminalità organizzata attraverso "elementi specifici". Lo prevede la bozza del decreto sul tavolo del Consiglio dei ministri, che contiene interventi in materia di ergastolo ostativo

I benefici possono essere concessi, si legge nella bozza del decreto, purché i detenuti "dimostrino l'adempimento delle obbligazioni civili e degli obblighi di riparazione pecuniaria conseguenti alla condanna o l'assoluta impossibilità di tale adempimento e alleghino elementi specifici, diversi e ulteriori rispetto alla regolare condotta carceraria, alla partecipazione del detenuto al percorso rieducativo e alla mera dichiarazione di dissociazione dall'organizzazione criminale di eventuale appartenenza, che consentano di escludere l'attualità di collegamenti con la criminalità organizzata, terroristica o eversiva".

Il magistrato di sorveglianza "al fine della concessione dei benefìci, accerta altresì la sussistenza di iniziative dell'interessato a favore delle vittime, sia nelle forme risarcitorie che in quelle della giustizia riparativa".

Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, commenta: "Il ministro della Giustizia e l’intero governo hanno fortunatamente dato ascolto alle indicazioni della magistratura associata in ordine all’opportunità di una disciplina transitoria per importanti settori della recente riforma del processo penale".

E continua: "Il rinvio dell'entrata in vigore della riforma del decreto legislativo di attuazione della riforma penale si pone come passaggio necessario alla definizione della disciplina transitoria e questione di non minore rilievo al riassetto organizzativo degli uffici giudiziari. Nel rispetto del complessivo impianto della riforma, che contiene innovazioni significative specie sul versante del sistema sanzionatorio, occorrerà ora adoperarsi affinché il suo concreto avvio non soffra rallentamenti interpretativi e non patisca ostacoli organizzativi".

Giustizia, Nordio: "Accolta indicazione Consulta su ergastolo ostativo, stop automatismo"

"Avevamo una indicazione da parte della Corte costituzionale, che si sarebbe pronunciata su alcune criticità di questa disciplina che riguardavano essenzialmente l'automatismo - ha spiegato - cioè che per il semplice fatto di essere condannati per alcuni reati scattassero certi provvedimenti o limitazioni ai provvedimenti. Indicazione che è stata accolta e inserita nel decreto approvato. Non c'è più questo automatismo ma è devoluta al giudice tutta una serie di valutazioni".

Giustizia: Conte a Meloni, "bene intervento su ergastolo ostativo"

"La decisione di intervenire sull’ergastolo ostativo, vista l’imminente scadenza che la Corte costituzionale ha fissato per l’8 novembre, è un ripensamento positivo maturato dal suo partito (che si astenne, sul punto, nella passata legislatura). Le segnaliamo però che per limitare al massimo il rischio che i mafiosi e i condannati per gravissimi reati possano uscire dal carcere bisognerà prevedere, come da proposta del M5S, che il detenuto spieghi le ragioni della mancata collaborazione in modo specifico e che non possano essere concessi benefici se le stesse motivazioni non siano ritenute oggettive o concretamente giustificative della mancata collaborazione". Lo scrive Giuseppe Conte, in un post su Facebook inviato al presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.

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