Governo, Draghi pronto a dimettersi, tra pochi giorni. Elezioni a giugno

Governo, ultimatum di Draghi ai partiti: 40 giorni per "fare i bravi". Altri "incidenti"? Dimissioni a inizio aprile

Di Alberto Maggi
Mario Draghi
Politica
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Governo, in caso di crisi Mattarella scioglierebbe subito le Camere ed elezioni a giugno


"Così non va, dentro o fuori". E ancora: "Non affossare i provvedimenti in Aula". Mario Draghi ha alzato la voce ieri con i capidelegazione della maggioranza ("Trovatevi un altro premier, è successo un fatto grave" - facendo riferimento a quanto accaduto sul Dl Milleproroghe, con il governo battuto quattro volte in Commissione) e ha minacciato la crisi. La situazione è seria e fonti di diverse forze politiche questa mattina confermano l'irritazione del presidente del Consiglio nei confronti dei partiti.

Non si tratta di Lega contro il Pd o di Centrodestra contro o i 5 Stelle, ma del premier furioso con la sua maggioranza. Il richiamo di Draghi - sottolineano le fonti - non era rivolto solo al Centrodestra, che sul Milleproroghe ha votato con Fratelli d'Italia, ma a tutte le forze politiche della maggioranza. La preoccupazione del premier è legata al fatto che più si va avanti con le settimane e con i mesi e più si avvicinano le elezioni politiche. E Draghi non ha alcuna intenzione di vivere un anno a Palazzo Chigi guidando un governo elettorale e sempre più litigioso man mano che si avvicina la data del voto per eleggere il prossimo Parlamento.

Queste considerazioni Draghi le ha esposte anche al presidente della Repubblica, nell'incontro di ieri dopo il Consiglio europeo sulla crisi tra Ucraina e Russia. Dal presidente del Consiglio, di fatto, è arrivato un ultimatum ai partiti: 40 giorni di tempo, fino al 31 marzo quando scade lo stato di emergenza e non verrà rinnovato, per cambiare passo, per dimostrare nei fatti che in Parlamento le forze politiche si adeguano e votano in modo compatto i provvedimenti decisi dal Consiglio dei ministri e che seguono senza imboscate gli accordi presi nella maggioranza insieme a Palazzo Chigi. Se così non fosse, se si verificassero altri incidenti in Aula o in Commissione, Draghi prenderà atto dimettendosi senza pensarci due volte lo stesso primo aprile.

D'altronde SuperMario lo ha detto in modo molto chiaro "un altro lavoro me lo trovo da solo". E a quel punto, senza la guida e il collante dell'ex presidente della Bce, la maggioranza andrebbe in frantumi in pochi minuti. Non solo, anche Sergio Mattarella - come spiegano fonti qualificate - in caso di crisi di questo governo e di dimissioni di Draghi, non proverebbe nemmeno a formare un nuovo esecutivo e scioglierebbe immediatamente le Camere per andare a elezioni nel mese di giugno (facendo così rinviare di un anno i referendum sulla Giustizia che hanno appena ricevuto il via libera della Corte Costituzionale).

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