Governo, Fontana "molto amareggiato". Troppi dl, manovra alla Camera il 29-12
Lorenzo Fontana è "molto amareggiato" per questo atteggiamento del governo che, inevitabilmente, mette in secondo piano il ruolo del Parlamento. Inside
Esclusivo: il confronto tra Palazzo Madama e Montecitorio. I numeri
Troppi decreti legge da parte del governo Meloni e la Legge di Bilancio per il 2024 che, partita dal Senato, dovrebbe arrivare solo il 29 dicembre alla Camera. Praticamente un passaggio velocissimo e senza alcun dibattito, ovviamente con la fiducia posta dall'esecutivo, per evitare l'esercizio provvisorio che scatterebbe senza l'approvazione della manovra entro la mezzanotte del 31 dicembre. Dall'entourage del presidente di Montecitorio raccontano ad Affaritaliani.it che Lorenzo Fontana è "molto amareggiato" per questo atteggiamento del governo che, inevitabilmente, mette in secondo piano il ruolo del Parlamento.
Quanto alla cosiddetta sproporzione tra Palazzo Madama e Montecitorio, di cui si è parlato molto nei giorni scorsi, i numeri evidenziano un leggero sbilanciamento a favore della Camera Alta guidata da Ignazio La Russa. Il governo Meloni ha fino ad oggi presentato 8 disegni di legge collegati alla manovra, 47 disegni di legge di conversione di decreti-legge e 20 altri disegni di legge ordinari (a esclusione di quelli di ratifica, nonché dei disegni di legge di bilancio e europei, documenti questi ultimi presentati ad anni alterni alle due Camere).
Con riferimento agli 8 disegni di legge collegati, 5 sono stati presentati in prima lettura al Senato e 3 alla Camera.
Nei primi sei mesi della legislatura la ripartizione è stata di 2 ddl collegati al Senato e 1 alla Camera; nei secondi sei mesi, sono stati presentati 3 ddl collegati al Senato e 2 alla Camera.
In particolare, sono stati presentati al Senato i ddl collegati in materia di incentivi alle imprese, autonomia differenziata, competitività dei capitali, guida turistica e filiera formativa tecnologico-professionale, e alla Camera quelli in materia di riforma fiscale, made in Italy e lavoro.
Quanto ai ddl di conversione di decreti-legge, il governo Meloni ne ha presentati 47, di cui 24 al Senato e 23 alla Camera.
Nei primi sei mesi la ripartizione è stata di 13 ddl di conversione al Senato e 9 alla Camera; nei secondi sei mesi, sono stati presentati 11 ddl di conversione al Senato e 14 alla Camera.
Tra i ddl di conversione presentati al Senato si ricordano, ad esempio, quelli relativi ai DL rave party, aiuti quater, Ucraina, settori produttivi strategici, proroga termini 2022, impianti strategici, ricostruzione, attuazione PNRR, siccità, lavoro, asset, disagio giovanile (Caivano), manovra 2023, Piano Mattei.
Tra quelli presentati alla Camera, ad esempio, quelli relativi ai DL Ministeri, Ischia, ONG, prezzi dei carburanti, energia 1, ponte sullo Stretto, pubblica amministrazione, alluvione, assunzioni, energia 2, politiche di coesione, energia 3, immigrazione, energia e fonti rinnovabili.
Quanto agli altri disegni di legge, il Governo Meloni ne ha presentati 20, di cui 10 al Senato e 10 alla Camera.
Nei primi sei mesi la ripartizione è stata di 4 ddl al Senato e 1 alla Camera; nei secondi sei mesi, sono stati presentati 6 ddl al Senato e 9 alla Camera.
I ddl presentati al Senato sono quelli in materia di proprietà industriale, persone anziane, Museo della Shoah, cibi sintetici, danneggiamento beni culturali, legge per la concorrenza, riforma della giustizia, strumento militare, materiali di armamento e premierato.
Quelli presentati alla Camera sono quelli in materia di arresto in flagranza, abrogazione di norme prerepubblicane (5 distinti ddl), violenza sulle donne, Maestro della cucina italiana, codice della strada e florovivaismo.
Dai dati esposti emerge dunque una prevalenza numerica non molto accentuata, (complessivamente, 39 provvedimenti contro 36) di disegni di legge presentati in prima lettura al Senato, più evidente nei primi sei mesi di legislatura (19 contro 11). Sicuramente, una differenza non abissale come invece è stata dipinta in qusti ultimi tempi.