Governo, ora per Meloni sarà vita dura

L’agenda del nuovo governo è impegnativa e con tante sfide: dalla manovra al Pnrr, dalle bollette alla giustizia, dal Covid all'immigrazione (e la guerra)

L'opinione di Massimo Falcioni
Giorgia Meloni
Politica

Governo, Meloni premier: non solo le questioni economiche e internazionali, Giorgia dovrà stare attenta agli alleati...

Adesso viene il bello. Non esiste fatalità in politica. Ogni partito ha quel che si merita, raccoglie quel che ha seminato. Il voto anticipato del 22 settembre 2022 è stato chiaro: gli italiani hanno dato fiducia al centrodestra, in primis al partito di Giorgia Meloni, scegliendo dopo dieci anni una maggioranza politica. Gli elettori hanno punito il centrosinistra e dintorni, Pd per primo. Per la prima volta dal dopoguerra il partito di destra erede dei neofascisti del Msi è il partito di gran lunga più votato portando a Palazzo Chigi il suo leader Giorgia Meloni, prima donna premier d’Italia.

E’ nato, dunque, il primo governo di destra “vera”. Un fatto che segna la storia d’Italia, non senza preoccupazioni, con risvolti internazionali. Se questa non è rivoluzione, cos’è? Fatto il governo, bisogna passare dalle parole ai fatti, tirando diritto, dando da subito la dimostrazione, con atti e fatti concreti, che i nuovi musicanti suonano una musica nuova cambiando volto e sostanza a un Paese da troppo tempo su un piano inclinato, se non alla deriva, su troppi fronti. Mantenendo la barra diritta a cominciare dalla politica internazionale per ribadire con i fatti la collocazione dell’Italia europeista e atlantista, senza se e senza ma.

Nella maggioranza, a Berlusconi e a Salvini non resta che adattarsi facendo buon viso a cattiva sorte, passando da protagonisti a comprimari. Non c’è trippa per gatti. Un eventuale ko del nuovo esecutivo Meloni sin dai suoi primi passi, assai difficile ma mai dire mai! Sarebbe esiziale per i leader di Forza Italia e della Lega e per i due partiti di centrodestra mentre sarebbero Meloni e il suo partito a fare il pieno di voti in caso di elezioni anticipate bis. 

Se è certo che il nuovo governo di centrodestra a guida Meloni avrà vita dura soprattutto per le sue fibrillazioni interne è altrettanto certo che pensare di unire le opposizioni (quali?) e predisporre un’alternativa è solo un miraggio. I partiti fuori dal governo sono già tutti l’un contro gli altri armati. Si illude chi crede a una opposizione costruttiva, credibile e di governo.

Le opposizioni, a cominciare dal Pd in crisi di leadership, di identità, di linea politica e sotto shock per essere passati in un amen dal governo all’opposizione e aver aperto la strada al primo esecutivo di destra “vera”, sono già pronte a inventarsi “emergenze democratiche” per cercare scorciatoie che le riporti al governo con formule pasticciate, più o meno larghe o addirittura di salute pubblica, senza passare per il voto ben sapendo che gli italiani, nel chiuso delle urne, li ridurrebbero in polvere. Continuare a dire come fa Letta: “Faremo di tutto per far cascare questo governo” vuol dire far solo propaganda, darsi la zappa sui piedi. Pd e opposizioni sono già in campo per fare campagna elettorale, non per fare opposizione utile al Paese.

Il tempo stringe. L’agenda del nuovo governo è subito impegnativa con tante sfide: dalla manovra al Pnrr, dalle bollette alla giustizia, dal Covid al bubbone aperto dell’immigrazione, con la spada di Damocle della guerra in Ucraina. Alla guida del Paese, si può dire in solitaria, Giorgia Meloni avrà vita dura. Da subito. Dovrà essere giudicata sui fatti.  

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