Grillo: "Il M5s è morto". Via alla "rifondazione contista", cambierà anche il nome. La strategia anti-garante/fondatore

La tappa finale è fissata per il 24 novembre: l'Assemblea Costituente. Grillo non molla e punta a tenersi la consulenza da 300mila € all'anno

di redazione politica
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M5s, la sfida finale Conte-Grillo. L'ex premier vuole cambiare nome al Movimento

La resa dei conti tra leader e fondatore del M5s ormai è imminente. Manca meno di un mese all'Assemblea costituente del Movimento e dopo quella data, in qualunque caso, nulla sarà più come prima. Lo scontro tra Conte e Grillo entra così nella fase finale. L'ex premier si ispirerà alle "5 stelle" per rifondare il suo, di partito. Dopo che Beppe Grillo ha sferrato l’attacco finale, con un video in cui ha annunciato che "il M5s è morto", il leader ha deciso di tirare dritto. Nessun tentativo di mediazione con il fondatore, ritenuto ormai inaffidabile". Conte - riporta Il Corriere della Sera - non fonderà un nuovo partito. Perché, appunto, vuole "rifondare" quello che guida adesso, a partire dal risultato dell’assemblea costituente del 23 e 24 novembre. Prima di far scattare la fase finale dell'operazione, - prosegue Il Corriere - Conte ha studiato a fondo tutto il percorso che dovrebbe portare i 5 Stelle a liberarsi politicamente del fondatore.

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M5s, la consulenza da 300mila € non rinnovata a Grillo e la strategia per togliergli tutto

L’ex premier, già docente di Diritto all’Università di Firenze e navigato giurista, anche avvalendosi della consulenza di altri colleghi, ha valutato tutti i possibili appigli a cui si sarebbe potuto aggrappare Grillo. Ma già con il contratto di consulenza da 300mila €, che ora Conte ha deciso di non rinnovare, di fatto Grillo ha rinunciato a ogni tipo di rivalsa. Una guerra per sfinimento, insomma. Perché Grillo, che a livello economico non ha più la forza di una volta, nel frattempo dovrebbe aver ingaggiato un pool di avvocati d’eccellenza, con costi elevati. La tappa finale è fissata per il 24 novembre, quando al termine della campagna d’ascolto della base saranno votati i quesiti per cambiare pelle ai 5 Stelle. Ma la sensazione è che non finisca così la vicenda, il rischio di finire in tribunale è sempre più concreto.

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