Il Che Guevara di Posillipo su Rai 3: Damilano spinge per l'alleanza M5s-Pd
Damilano prepara il terreno per l'alleanza M5s-Pd in Regione Campania, Schlein vuole fare fuori De Luca. Si scalda l'ex presidente della Camera Fico
Roberto Fico ospite di Marco Damilano alla trasmissione di Rai 3 "Il Cavallo e la Torre"
Ieri sera a Il Cavallo e la Torre, la striscia informativa condotta su Rai Tre da Marco Damilano, c’era Roberto Fico in gran spolvero. L’ex presidente della Camera si presentava nella veste che preferisce e cioè quella dell’uomo di sinistra che ha votato per Rifondazione e che flirta ancora con Fausto Bertinotti. Si tratta naturalmente solo di parvenza, uno dei tanti specchietti per le allodole che il Movimento Cinque Stelle ha da sempre utilizzato per irretire gli elettori.
Perché il partito-non partito di Grillo e Conte è animato da un solo motto e corroborato da un solo vessillo con scritto su: “Franza o Spagna basta che se magna”. Solo così si può capire come sia stato possibile che Roberto Fico abbia fatto il Presidente della Camera nel governo di destra, il giallo – verde, pur professandosi sulla carta di sinistra, anzi “comunista”. Sarebbe stato più coerente dimettersi ma la cadrega è la cadrega.
La gente ha assistito con i Cinque Stelle ad una continua girandola di contraddizioni dovute ad un unico fatto: con loro non è possibile nessuna linea politica che non sia quella appunto di acchiappare tutto il potere possibile, fregandosene di qualsiasi ideologia. Si chiama appunto populismo e ha sempre presa sugli allocchi e gli ignoranti. E veniamo alla comparsata del Che Guevara di Posillipo.
Fico, che poi è pure uno dei meno peggio, era – come abbiamo detto - da Damilano in veste di “uomo di sinistra” ruolo ora particolarmente facile dato che il destra – centro governa. Dunque scontata l’impallinatura della Meloni su tutto: dal PNRR, ai migranti, e soprattutto sul reddito di cittadinanza il “voto di scambio” con cui il Movimento si è salvato al Sud e che la Meloni ha sterilizzato.
Ma perché Fico era lì? Damilano non è uno sprovveduto e se invita uno lo fa perché consono alla sua strategia che è quella di servire Messa sempre e comunque alla Chiesa Rossa. Le elezioni in Campania, sia le regionali che quelle a Napoli, sono lontane ma i tempi della politica sono notoriamente lunghi. Poi la vittoria della Schlein ha fatto ritornare in auge il progetto di “campo largo” e cioè una unione strategica tra Pd e Movimento Cinque Stelle.
L’antipatia della segretaria per il governatore Vincenzo De Luca è nota, come è nota l’antipatia di De Luca per i Cinque Stelle e in particolare per Fico. Quindi tutto si tiene. Il “progetto Schlein – Fico” in Campania sta per decollare con l’aiuto dei media pubblici, cioè pagati con i soldi di tutti, come Rai Tre.
Nel frattempo, ricordiamolo, Damilano è sotto attacco proprio in Rai per la sua trasmissione ritenuta dal centro – destra partigiana (in tutti i sensi) e si vocifera che potrebbe fare le scarpe all’attuale direttore ad interim Emiliano Fittipaldi che è subentrato a Stefano Feltri, brutalizzato da Debenedetti a Domani. E l’Ingegnere è pappa e ciccia con la Schlein, in piena corrispondenza di amorosi sensi. E quindi l’interesse di Damilano per il progetto di unificazione tra Pd e Movimento trova un’altra dimostrazione di geometrica limpidezza.