PD a Schlein: Meloni può dormire sonni tranquilli - Affaritaliani.it

Elly Schlein deve affrontare numerose sfide, soprattutto interne al partito: la sfida alla Meloni è l’ultimo dei problemi per la neosegretaria Dem.

di Egidio
Politica

Elly Schlein e le tre sfide per rilanciare il Pd

Milano, Bologna, Firenze. E’ qui che il Partito Democratico è sotto choc, sia chi ha vinto che chi ha perso. Bonaccini contava su queste tre città - insieme ai voti dei signori delle tessere del Sud - per fare il colpaccio e prendere quasi il 60%, diventando segretario del primo partito di opposizione di Italia (stando agli ultimi sondaggi). Peccato che il risultato sia stato una doccia fredda: a Firenze la Schlein ha ottenuto il 70% contro il 30% del suo avversario, proprio nella città il cui Sindaco, Dario Nardella, era il coordinatore nazionale della campagna del governatore emiliano romagnolo.

La prima sfida: un successo quasi inaspettato

Ma anche il comitato di Elly è incredulo: “Siamo andati oltre le più rosee previsioni, ora ci tocca pedalare”. Ed è proprio questo il punto.
 Ora Elly Schlein ha di fronte a se tre sfide da far tremare i polsi.
 La prima è decidere se tenere unito il partito o spingere fuori gli ex democristiani (visto che hanno dimostrato di avere molte tessere ma pochi voti). Su questo, se i democristiani dovranno restare, darà la presidenza del partito a Dario Nardella e inizierà la convivenza (dicesi anche logoramento). Se invece assaporerà l’idea di spingerli fuori, le basterà cambiare la linea sulle armi all’Ucraina.

La seconda sfida: la linea politica del PD

La seconda sfida - parafrasando Nanni Moretti - è dire qualcosa di sinistra. Non basta parlare di migranti, diritti civili e diritti umani. Questi temi trasformerebbero il PD in un partito radicale senza Pannella e Bonino, insomma inservibile. L’Italia è un Paese dove se ti ricoverano nell’ospedale sbagliato rischi ancora la vita, dove i nuovi poveri sono le partite iva e dove giovani e vecchi sono arrabbiati allo stesso modo per lo stipendio o la pensione da fame che percepiscono. La segretaria Schlein dovrà avere la forza di andare oltre la sua formazione "liberal" alla Ocasio Cortez e iniziare a proteggere i redditi più bassi, battendosi per stipendi dignitosi, servizi pubblici all’altezza e riduzione della povertà. Temi cari al gemello diverso Giuseppe Conte, la sua terza sfida.  


La terza sfida: Conte e il campo Progressista

Non è un mistero che Travaglio, Conte e Casalino tifassero per Bonaccini sperando di spingere il Pd verso il centro per impossessarsi dello spazio a sinistra. Invece Conte ora si ritrova a combattere sullo stesso identico terreno del Pd, con uno svantaggio, che la Schlein è la novità assoluta del momento e soprattutto è donna. 
Giuseppe Conte ha una sola possibilità di sopravvivere, e cioè che per formazione, cultura e estrazione sociale, la Schlein decida di dedicarsi ai temi a cui sta dando priorità in queste ore: migranti, fascismo e diritti civili.

A quel punto i due partiti sarebbero addirittura complementari, lasciando al Movimento 5 Stelle il monopolio dei diritti sociali, quindi del Sud e delle periferie, quindi più voti. Con i democratici relegati a gregario. 
Ma nel Pd giurano di aver capito la lezione e la vera OPA la vogliono fare loro sul professore di Volturara Appulla, visto che i risultati delle regionali hanno dimostrato che la sua è fallita. Vedremo chi la spunterà, ma una cosa possiamo dirla già adesso: è iniziata una guerra fratricida nel campo progressista. Quindi Giorgia Meloni può dormire sonni tranquilli.

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