Intercettazioni, Nordio contro i pm antimafia: "Vedono la malavita ovunque"

Il Terzo polo apprezza. Polemiche da Pd e 5s: "Crociata che indebolisce la lotta ai clan". Via libera in cdm alle modifiche sulla Cartabia

Politica

Parlamento diviso sul "metodo Nordio". Renzi e Calenda dalla sua parte

Proprio nei giorni in cui lo Stato è riuscito a catturare il più pericoloso latitante della mafia, in Parlamento è scoppiato il caso "intercettazioni" in seguito alle parole del ministro della Giustizia Nordio. Ma lui non demorde. Sì "per mafia, terrorismo e reati satelliti". Ma non cita la corruzione. Parole sempre uguali, alla Camera ieri, al Senato il giorno prima. Le stesse - si legge su Repubblica - da quando è Guardasigilli, e prim’ancora da magistrato.

"Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Non ho mai detto di voler toccare le intercettazioni su terrorismo e mafia, e neppure quelle sui reati satelliti». Pure il nemico resta identico, gli ascolti «che finiscono sui giornali». Giuseppe Conte si scatena per "l’improvvida crociata contro le intercettazioni", anche contro la corruzione, "mentre la mafia non si serve più delle bombe, ma di mazzette e intimidazioni per entrare nelle nostre istituzioni".

Nordio - prosegue Repubblica - cita il caso Zaia-Crisanti, gli ascolti "finiti sui giornali nonostante la legge Orlando": "Se non intervenissimo su questo abuso cadremmo in una democrazia dimezzata perché la segretezza è l’altra faccia della libertà, una volta uscita l’intercettazione, la conseguenza icastica è irrimediabile». E gli ex colleghi pm che lo criticano? Li liquida così: «Ognuno vede la realtà attraverso i propri pregiudizi. Chi si è sempre occupato di mafia è ovvio che la pensi così, ma questo non vuol dire che io debba essere supino e acquiescente".

Una bacchettata pure per Roberto Scarpinato, l’ex pm antimafia di Palermo divenuto senatore del M5S che vede in lui la doppia personalità di Jeckyll e Hyde. Allora gli ricorda quelle che lui considera due vittime della giustizia, il colonnello Ganzer e il colonnello Mori, processati ma assolti, "con una carriera rovinata e nessun risarcimento". Via libera in cdm alle modifiche sulla legge Cartabia.

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