Klaus Davi: "Il Presidente? Ne' Berlusconi, ne' Draghi. Vorrei Noemi Di Segni"

La presidente dell'Ucei proposta dal massmediologo, che entra anche nel dibattito aperto da Affari sull'informazione in TV

Di Lorenzo Zacchetti
Noemi Di Segni
Politica
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"Berlusconi? Il solito leone, se la gioca; il mio candidato? Noemi Di Segni"


Giornalista, collaboratore di Affari Italiani ed esperto di criminalità organizzata, Klaus Davi dice la sua sui temi di attualità politica, a partire dalla corsa per il Quirinale: "Ribadisco quello che ho detto, non credo che Mario Draghi possa mollare tutto e andare al Quirinale. Come spiegavo a Veronica Gentili l'altra sera a 'Controcorrente', credo che si 'sacrificherà' e resterà al governo. La quarta ondata, la situazione economica, il discorso del Pnrr, il fatto che praticamente nessuno voglia andare a elezioni mi fanno optare nettamente per la continuità. E' vero che siamo in ripresa, ma non esageriamo. E' una ripresa senza lavoro, con una intera zona del paese che fatica come il mio amato sud. Con un movimento  'no vax' agguerrito e aggressivo. Le stesse dichiarazioni di Angela Merkel a proposito dell'Italia  io le ho interpetate cosi: Mario resta al tuo posto".

E Berlusconi?

"Un leone, davvero, un combattente. Se la gioca ed è tornato centrale. Una cosa che sembrava impensabile. Per la prima volta credo che per questa carica non si potrà prescindere da lui".

Darà le carte?

"Sì e lo trovo positivo. E' europeista convinto, pro vax, moderato. E si capisce che ha un feeling con Enrico Letta".

Ma non sarebbe la volta di una donna?

"Sì e ne abbiamo tante all'altezza. Noemi Di Segni, presidente dell'Ucei, sarebbe un grandissimo colpo. Dipendesse da me la farei senatrice a vita e poi presidente".

Veltroni? Gentiloni?

"Ho profonda stima di entrambi. Di Walter Veltroni ho personalmente apprezzato la sensibilità sociale per i giovani e gli svantaggiati. Sarebbe all'altezza alla grande. Paolo Gentiloni invece ci serve in Europa".

Si parla di sospensione dei talk....

"Io credo nella moltiplicazione delle voci . Ma credo anche che la stagione d'oro del sovranismo sia esaurita. Cosi come lo abbiamo inteso in passato, almeno. A mio avviso però è sbagliata una logica di par condicio tra scienza e anti scienza. Un conto è legittimamente criticare forzature del business o facili entusiasmi. Ma non possiamo paragonare stregoni e fattucchiere a chi lotta in trincea per salvare vite. E' pericoloso e offensivo. Ma ripeto, l'informazione anche se fastidiosa non si tocca".

Come sta leggendo il momento interlocutorio di Salvini?

"Per lui è dura in questa fase con un 'conservatore' come Draghi che raffredda tutto, ma il Capitano risorgerà. Ha un talento geniale di cui la Lega non può fare a meno. Io l' ho visto all'opera in Calabria e Sicilia. L'ho visto a San Luca. Non e' facile fare campagna elettorale da leghista in certi territori. Ma lui ci è riuscito. Fedriga e Zaia a chiedere voti nella Locride non ce li vedo proprio....".

Tornando all'informazione. Mediaset ha fatto notizia per l'annunciato ridimensionamento dei TG, salvo poi smentire. Lei che cosa ne pensa?

"Hanno riorganizzato la line e rinnovato gli studi e la tecnologia. Hanno investito parecchio e convintamente. Sono tra i motori del corso di giornalismo dello Iulm. Piersilvio Berlusconi è attento ancora più di prima alla qualità dell'informazione. Onestamente, non vedo nessun ridimensionamento. Anzi. Anche perché i programmi stanndo andando davveri bene. In pochi anni hanno trasformato una rete percepita come 'di telenovelas' in un canale che spesso e volentieri stacca la concorrenza. Non era scontato. Per non parlare di Andrea Pucci direttore di tutta Newsmediaset, cronista di lunghissimo corso con una scuola invidiabile. Lo ricordo quando copriva da inviato le faide di 'Ndrangheta in Calabria al Giornale. E non lo faceda dal desk, era sul posto".

E il taglio dei tg regionali in Rai?

"Ma se sono le cose che vanno meglio su Rai 3! Invece di tagliare dovrebbero chiamare Alessandro Casarin direttore dei tg regionali e commisssionargli dei programmi in prime time. E' una follia totale. L'informazione è l'assicurazione sulla vita degli editori. Garantisce investimenti, reputazione, prestigio".

Lei è a capo di una consolidata agenzia di comunicazione, come vede il mercato?

"Per noi ottimo. E' tornato centrale il tema della reputazione aziendale e della comunicazione strategica a scapito di quella tattica fondata sui solo  social. Lo dicevo l'altro giorno ad alcuni manager del gruppo Cairo: questo è il momendo di spiegare ai clienti quanto la carta stampata sia una assoluta garanzia di attendibilità. Mollare gli investimenti su siti di informazione e carta stampata può costare molto caro".

Progetti?

"Sto lavorando a degli speciali sulla criminalità organizzata a Foggia, in Campania  e  a un mio tema classico, la Mafia al nord. Inizerò a gennaio a lavorarci. A giorni uscirà la mia intervista ad Antonino Imerti, detto 'Nano Feroce', protagonista delle più cruenti guerre di 'Ndrangheta. L'unica intervista che ha mai dato nella sua lunghissima vita criminale".
 

 

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