L'Aquila, Capitale della Cultura senza teatro e scuole. Il rischio figuraccia

A 15 anni dal sisma, la ricostruzione è ancora in alto mare. Corsa contro il tempo per finire almeno le opere principali entro due anni

di redazione politica
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L'Aquila, l'obiettivo (quasi) impossibile di essere pronta per il 2026

Le elezioni in Abruzzo hanno fatto accelerare la scelta per la Capitale della Cultura 2026, il centrodestra ha deciso per L'Aquila per rafforzare la posizione del suo candidato Marco Marsilio, poi rieletto presidente. Un'assegnazione - si legge su Il Fatto Quotidiano - che appariva dall'esito scontato già ai nastri di partenza della sfida tra le città italiane. Questo, a differenza di tre anni fa, quando L’Aquila si candidò per la Capitale della cultura 2022 e perse. Il paradosso è rappresentato dal Teatro comunale. Gravemente danneggiato dal sisma del 2009, è ancora chiuso. Si confidava nella riapertura per il 2023, nella ricorrenza dei 150 anni dell'inaugurazione. Ritardi nelle procedure e la necessità di ulteriori fondi hanno reso l’obiettivo impossibile.

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Terminare i lavori per riaprire il teatro entro il 2026 appare un’impresa ardua. La vicenda è anche uno dei simboli di una ricostruzione che, alla vigilia dei 15 anni dalla tragedia del terremoto, è ancora lontanissima dal completamento. Ma L'Aquila - prosegue Il Fatto - non ha nemmeno le scuole: zero quelle tornate in centro città dopo il terremoto, migliaia gli alunni che seguono le lezioni nei Musp, i Moduli a uso scolastico provvisorio. La missione, ora, - conclude Il Fatto - è quasi impossibile: accelerare la ricostruzione per recuperare il tempo perduto e finire tutto entro due anni. Almeno la sistemazione del Teatro comunale. O si rischierà una figuraccia nel 2026.