L’aria fritta di Crosetto, l’uomo sbagliato nel posto sbagliato
Il ministro della Difesa in Aula sul presunto complotto di una corrente giudiziaria non è riuscito a circostanziare i fatti
Attacco dei giudici al governo, Crosetto riferisce in Aula ma non dice nulla
C’era grande attesa per l’intervento di Guido Crosetto stamattina a Montecitorio. Più per gli addetti ai lavori che per i parlamentari: solo in trenta erano presenti in Aula. Si sa, il giovedì sera c’è il fuggi fuggi degli onorevoli.
Il ministro della Difesa, con “un febbrone a 39 gradi”, ha risposto a un'interpellanza delle opposizioni dopo l'intervista al Corriere della Sera in cui aveva parlato di "opposizione giudiziaria" al governo da parte di una corrente della magistratura.
Alla fine, stringi stringi, chiamato a riferire, Crosetto non ha detto nulla. Nel merito delle “preoccupazioni”, come poi ha precisato, per quelle correnti giudiziarie che sarebbero pronte a far cadere il governo prima delle elezioni europee, non è riuscito a circostanziare i fatti concreti, forse inesistenti.
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Il che si spiega con il tratto caratteriale del soggetto: Crosetto, dicono gli amici ancor prima che i nemici, sarebbe un grande vanesio e ogni tanto sente il bisogno di assaporare un po’ di visibilità. L’intensa attività social dimostra la sua dipendenza dallo strumento tecnologico, grande vetrina. Da ricordare la sconfessione pubblica dell’istrionico generale Vannacci, avvenuta con un click.
Forse il “gigante” piemontese è stato messo nel ruolo meno adatto a lui. Un ministero tecnico. La Difesa in tempo di pace può essere noiosa (anche se alle porte dell’Europa due conflitti mettono in tensione gli eserciti continentali). Lì ci si occupa di guerra, alleanze geopolitiche, Nato.
Tutte attività che vanno fatte con un bassissimo profilo. Crosetto invece muore dalla voglia di apparire, di andare da Corrado Formigli, discutere, litigare, andarsene e poi riappacificare.
Soffrendo questa condizione il buon Crosetto ogni tanto straborda. Come è successo domenica nell’intervista al Corriere. Nessun attacco dei magistrati cattivi al governo, quindi. Forse Giorgia Meloni dovrebbe togliergli l’elmetto e portarlo con sé a Palazzo Chigi, magari a fare il consulente della comunicazione. Crosetto è un uomo brillante.