Maternità surrogata, Roccella: “Sui bambini mi aspetto convergenza di tutti"

La maternità surrogata al centro delle polemiche per la proposta di Fratelli d'Italia di rendere la pratica un "reato universale".

redazione politica
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Maternità surrogata, Roccella in Aula

La maternità surrogata e la sua legislazione normativa sono al centro del braccio di ferro tra destra e sinistra. Il Pd ha bocciato il provvedimento incardinato oggi in Commissione giustizia da Fratelli d’Italia, ovvero rendere la pratica “un reato universale”.

La miccia è scattata in questi giorni, quando il Governo ha fatto pressione sul Comune di Milano per interrompere la trascrizione dei certificati di nascita dei bambi figli delle coppie “arcobaleno”, od omogenitoriali.

Questo “passo indietro” secondo i sostenitori dei diritti della comunità LGBTQIA+ di conseguenza ha riaperto la questione sulla maternità surrogata, che prevede che la genitorialità arrivi grazie al coinvolgimento di una terza persona, esterna alla coppia, che contribuisce con i suoi geni e/o con il suo corpo.

A seconda che se ne sia fautori o detrattori, la maternità surrogata viene definita rispettivamente: “gestazione per altri” o “utero in affitto”. Uno tra gli esponenti politici che abbracciano quest’ultima espressione è sicuramente la Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.

"Questo tema è stato oggetto di importanti dibattiti nel Paese ed e' bene dare risposta. Non sono in discussione i diritti dei bambini in Italia, anche se nati all'estero con pratiche che sono reato nel nostro paese, come ad esempio la maternità surrogata o utero in affitto, vietata dalla legge 40/2004, attualmente vigente". Lo ha detto Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità, in Aula al Senato nel corso del question time, rispondendo a un'interrogazione di Ronzulli, Gasparri e altri (FI) sulle politiche del governo in materia di minori nati all'estero conviventi con coppie dello stesso sesso. "Ricordiamo - ha proseguito - che nel caso di un atto di nascita prodotto all'estero, in cui risultano come genitori due padri, la trascrizione in Italia prevede quella del solo padre biologico. Una volta riconosciuto il genitore biologicamente legato a se', il piccolo potra' godere immediatamente di tutti i diritti - dall'assistenza sanitaria all'istruzione - come gia' accade, ad esempio, ai bambini non riconosciuti dal padre e cresciuti da madri cosiddette single. E' importante quindi ribadire che non c'e' nessuna discriminazione nei confronti dei bambini, discriminazione che sarebbe inaccettabile".

Roccella ha ricordato che "permane la condanna dell'utero in affitto, stabilita dalla legge 40, e ribadita piu' volte da diverse sentenze della Corte Costituzionale. Recentemente anche la Corte di Cassazione, il 30 dicembre 2022, in Sezioni Unite, con la sentenza numero 38162 ha affermato con chiarezza che tale pratica "offende in modo intollerabile la dignita' della donna e mina nel profondo le relazioni umane, assecondando un'inaccettabile mercificazione del corpo, spesso a scapito delle donne maggiormente vulnerabili sul piano economico e sociale". Nella stessa sentenza - ha proseguito la ministra - la Cassazione ha poi indicato che "l'automatismo del riconoscimento del rapporto di filiazione con il genitore di intenzione sulla base del contratto di maternita' surrogata e degli atti di autorita' straniere che riconoscono la filiazione risultante dal contratto, non e' funzionale alla realizzazione del miglior interesse del minore, attuando semmai quello degli adulti che aspirano ad avere un figlio a tutti i costi".

"La Corte - ha osservato la ministra - ha quindi escluso ogni automatismo nella trascrizione degli atti di nascita prodotti all'estero a seguito di procedure di utero in affitto, sottolineando come la trascrizione automatica non sia in funzione dei diritti del minore, ma di quelli dell'adulto. Richiamando precedenti sentenze in merito, sia della stessa Cassazione che della Corte Costituzionale, la pronuncia della Cassazione dello scorso dicembre individua quindi nell'adozione in casi particolari, il percorso da seguire per eventualmente assicurare il rapporto genitoriale del minore con il partner del genitore biologico. Il governo nei propri atti - ha concluso Roccella - e' dunque tenuto al rispetto del quadro normativo che ho illustrato, sul quale poi e' facolta' del legislatore eventualmente intervenire".

Gasparri: “Ok i diritti, ma non la vendita di bambini”

L’onorevole Maurizio Gasparri di Forza Italia sostiene a gran voce la proposta di Roccella, con cui condivide nelle parole, anche l’associazione in termini di “compravendita di ovociti”. Gasparri per primo aveva presentato l’autunno scorso un Ddl per modificare l’art. 1 del Codice civile in materia di "riconoscimento della capacità giuridica del concepito”, riguardo alla questione aborto sempre attuale nel dibattito.

La Roccella, dl canto suo, rassicura gli oppositori politici con parole ferme: “Noi andremo avanti tutelando i diritti bambini, che non possono essere comprati e venduti, le famiglie e il diritto naturale e ci aspettiamo un coro unanime quando si discuteranno le norme, alla Camera e al Senato, contro l’utero in affitto”.

Il Pd si è espresso completamente contrario e indisponibile a trovare alcun compromesso su questo, sostenuto da tutti coloro che sostengono la comunità queer e il loro diritto alla genitorialità

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