"La Piazza", Paragone: "Sui vaccini c'è pensiero unico, la Rai è vergognosa"
"La tv di Stato manda in onda, da Fazio, un predicatore unico (Burioni) senza possibilità di discutere quello che dice"
Gianluigi Paragone, leader di ItalExit, è intervenuto nella terza serata de "La Piazza" di affaritaliani.it
Intervistato dal direttore Angelo Maria Perrino, ha parlato delle sue posizioni sui temi sanitari, spesso dissonanti rispetto al mainstream: "Ogni tanto si può anche dissentire, anche di questi tempi di pensiero unico è difficile. Magari si passa per sorcio, per dirla col tweet di Burioni. Dico solo che trovo parecchie incongruenze nel Green Pass e negli obblighi connessi. Sembra quasi che per voler dire queste cose si venga etichettati. Hanno fatto il processo anche ad Agamben e Cacciari, dicendo che i filosofi non ne sanno niente di vaccinazioni. Poi però chiedono a Chiara Ferragni di farsi fotografare per propagandare i vaccini!"
Durissimo il suo giudizio sul servizio pubblico: "La Rai è vergognosa. La tv di Stato manda in onda, da Fazio, un predicatore unico (Burioni) senza possibilità di discutere quello che dice".
Dopo aver contrastato le affermazioni di Licia Ronzulli (Forza Italia) sulla necessità di introdurre l'obbligo vaccinale, è passato ai temi economici: "La finanza ha cannibalizzato l'economia reale. Non so come riusciremo a gestire tutto questo. Una volta l'Europa ti permette di smaltire sofferenze ed NPL, con una mossa one shot, ma poi c'è il passaggio di trasformazione delle banche, su tutte il caso Mps, ma ci sono ancora le scorie della Popolare di Bari, per nulla smaltite. Il rischio è togliere ossigeno al sistema della piccola impresa. Temo che Draghi abbia una forma mentis tale per cui ha già sacrificato il mondo delle PMI. In questo Paese puoi morire anche se hai in pancia dei crediti, perché lo Stato non garantisce tempi certi per far valere i tuoi diritti. È un discorso di visione, piaccia o meno".
Sollecitato da Perrino e Michele Emiliano sul tema del giornalismo e delle sorti de "La Gazzetta del Mezzogiorno", il giornalista ha detto: "Oggi noi giornalisti siamo l'anello debole del sistema. Dovremmo essere tutelati, perché basta una querela e si smette di scrivere".