Landini, scontro totale sindacati-governo: "Serve la rivolta sociale". FdI: "Frasi pericolose, estremi di reato". VIDEO
Il leader della Cgil attacca sulla manovra e non firma per il rinnovo dei contratti pubblici (che passa lo stesso): "Vogliono reprimere il dissenso"
Maurizio Landini
Landini, scontro totale col governo. La Cgil non firma per il rinnovo del contratto degli Statali (ma la norma passa comunque)
La manovra finanziaria ormai è fatta, manca solo il via libera del Parlamento ma le modifiche saranno minime. Per il segretario della Cgil Maurizio Landini le misure decise dal governo non solo non risolvono i problemi ma addirittura gli aumentano. Come se non bastasse, il governo ha anche chiuso il rinnovo del contratto pubblico senza le firme di Cgil, Uil e Usb. Cisl e autonomi firmano gli aumenti del 6% per il 2022-24 rispetto a un’inflazione del 17%. Via libera anche alla settimana di quattro giorni e ai buoni pasti anche per chi lavora in smart working. Per Landini è troppo, il segretario sale sul palco a Milano e pronuncia queste parole, confermando lo sciopero generale del 29 novembre.
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"Serve una rivolta sociale per cambiare la manovra e il Paese". Pochi minuti - riporta La Repubblica - e piovono le minacce di FdI che intravede gli estremi di reato: "Landini sembra voler indossare i panni del cattivo maestro, figura che speravamo appartenesse soltanto al passato crudele e violento degli anni '70", dice Antonella Zedda, vicecapogruppo FdI al Senato. Il leader si fa più cupo. E dal palco si libera: "Il governo delegittima i sindacati che hanno proclamato lo sciopero. Altro che reato e cattivo maestro. Siamo di fronte a scelte antidemocratiche".
La tensione politica si fa altissima. "Quella non è più una trattativa, ma un diktat imposto a sindacati complici che sono sempre in sintonia col governo, che gli dicono "quanto sei bravo e bello", insiste Landini. "Una decisione molto pericolosa che punta all’intesa separata. Mentre la manovra è già in Parlamento e noi convocati dalla premier Meloni lunedì prossimo con altre nove sigle, a cose fatte e solo per una “esposizione” della legge di bilancio. Chiedo al governo: facciamo votare le lavoratrici e i lavoratori del pubblico. Vediamo se sono d’accordo con l’aumento del 6% imposto dal governo contro il 17% di inflazione".