"Le Giunte hanno responsabilità". Emilia, stop Lega a Bonaccini commissario

Parla Jacopo Morrone, ex sottosegretario alla Giustizia di Forlì, e profondo conoscitore della politica dell'Emilia Romagna

Di Alberto Maggi
Politica

Alluvione Emilia Romagna, la Lega: "E’ da tempo che il mito della Regione efficiente è caduto"

"E’ da tempo che il mito della Regione efficiente è caduto. Un esempio per tutti il collasso del sistema sanitario di fronte all’emergenza Covid. Oggi è un’altra emergenza, questa volta ambientale, a far emergere le carenze strutturali e amministrative del sistema regionale". Lo afferma ad Affaritaliani.it Jacopo Morrone, ex sottosegretario alla Giustizia di Forlì, deputato leghista e profondo conoscitore della politica dell'Emilia Romagna.

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L'alluvione in Emilia Romagna è colpa solo dei cambiamenti climatici o ci sono responsabilità politiche?
"Ma quali cambiamenti climatici, in Romagna si è verificata una congiuntura di vari fenomeni meteorologici concomitanti che, uniti al dissesto idrogeologico già in atto da anni e a un sistema idraulico che soffre di mancata manutenzione e competenze disarticolate, hanno determinato una situazione disastrosa. L’abusato mantra ideologico del ‘cambiamento climatico’ è buono per scansare responsabilità e sviare l’attenzione pubblica dalle vere cause a monte di questa situazione".

Pensa che la Regione, da sempre governata dal Centrosinistra, abbia commesso degli errori?
"Di certo le varie Giunte regionali hanno molte responsabilità. Pensiamo solo al fatto che l’attuale presidente Stefano Bonaccini è commissario straordinario per la mitigazione del dissesto idrogeologico da otto anni e che non sono poche le risorse su cui avrebbe potuto contare per sanare situazioni di dissesto e di criticità idraulica note e studiate da tempo. In quest’occasione, purtroppo tragica, sono venuti alla luce i limiti programmatori, progettuali e di capacità di spesa della Regione che noi abbiamo denunciato da tempo, scontrandoci con la grancassa mediatica del Pd".

Il Governatore Stefano Bonaccini dovrebbe dimettersi?
"Non credo debba dimettersi. Sono convinto, invece, che debba lavorare a testa bassa e far lavorare la struttura regionale per recuperare il tempo perduto soprattutto in materia di tutela del territorio, evitando il solito palcoscenico mediatico e le roboanti dichiarazioni autoassolutorie".

Che cosa è successo in questi anni in Emilia Romagna? Troppa cementificazione? Cade il mito dell'Emilia efficiente o sbaglio?
"E’ da tempo che il mito della Regione efficiente è caduto. Un esempio per tutti il collasso del sistema sanitario di fronte all’emergenza Covid. Oggi è un’altra emergenza, questa volta ambientale, a far emergere le carenze strutturali e amministrative del sistema regionale. Il modello di sviluppo di questa Regione, fra le prime per cementificazione, consumo e impermeabilizzazione del suolo, sta presentando il conto, mentre il Pd, da sempre egemone, cerca di sottrarsi dalle proprie colpe avvolgendosi nella bandiera della transizione ultragreen. Un vero nonsense a cui possono credere solo gli illusi".

Il governo pensa al presidente Bonaccini commissario per l'Emilia Romagna. Non è una scelta sbagliata?

"Come ho detto, ci sono diversi fattori che suggerirebbero di optare per una personalità terza, di alto profilo, rispetto a Bonaccini quale ‘commissario per l’emergenza’. Bonaccini ha già molti fronti su cui operare, non ultimo quello di rendere più operativa e efficiente la macchina regionale in vari settori, compreso quello sanitario. E’ poi innegabile che Bonaccini non ha brillato come commissario straordinario sul dissesto idrogeologico, quindi come si può pensare che improvvisamente metta il turbo? In ogni caso, si tocca con mano un progressivo scadimento degli amministratori regionali e locali espressi dall’area piddina. Naturalmente con le dovute eccezioni: c’è infatti chi si sta affrettando a prendere le distanze dalla visione ultragreen, per altro di facciata, della parte più massimalista del partito e dai ritardi cronici della Regione".

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