Salvini strappa con Meloni: "Ora la marina militare per fermare gli sbarchi"

Meloni chiama von der Leyen: "Dove sono i soldi promessi alla Tunisia?". La Lega insiste e si prepara a portare in Cdm i vecchi decreti sicurezza

di redazione politica
Salvini e Meloni
Politica

Migranti, la Lega adesso è per la linea dura: Salvini insiste per ripristinare i decreti sicurezza. Europa messa spalle al muro sulla Tunisia

La bomba sganciata ieri dal vicesegretario della Lega ad Affaritaliani.it ha avuto conseguenze, sia all'interno della maggioranza di governo che in Europa. Andrea Crippa ha mandato un messaggio alla premier Meloni: "La via diplomatica non ha funzionato sui migranti, bisogna essere più decisi: servono i vecchi decreti Salvini sulla sicurezza". In serata è stato lo stesso segretario Salvini a rincarare la dose. Il vicepremier dice di non escludere l’uso della marina militare per fermare gli sbarchi. E sostiene che l’Italia sia sotto attacco. Lunedì in mattinata è in programma un consiglio dei Ministri. E non si esclude che possa arrivare sul tavolo il nuovo pacchetto di misure sulla sicurezza. Salvini: "A mali estremi, estremi rimedi".

L'erogazione dei fondi alla Tunisia - si legge su Il Giornale - sarebbe stata ostacolata da Josep Borrell. Il quale oggi farebbe passare la mancata trasferta dell’Europarlamento a Tunisi come "il pretesto perfetto per far saltare il memorandum voluto da Giorgia Meloni". A parlare esplicitamente di complotto è il capodelegazione di Fdi a Bruxelles Carlo Fidanza: "La sinistra smetta di boicottare l’accordo Ue-Tunisia. Fin dal primo giorno il Pd e la sinistra europea hanno lavorato per affossarlo. Sabotare quell’accordo significa rendersi complici degli sbarchi e dei trafficanti. Ne risponderanno agli italiani".

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Meloni ha telefonato a Ursula von der Leyen per chiederle "i soldi promessi dalla Ue alla Tunisia". Mentre il governo affronta l’emergenza sbarchi a Lampedusa e la Lega critica la strategia della presidente del Consiglio, la mossa serve a provare a rallentare la pressione sulle frontiere. Il sospetto dell’esecutivo - riporta La Stampa - è che i controlli sulle coste di Tunisi si siano interrotti e la guardia costiera non stia più vigilando proprio perché non arrivano i finanziamenti.

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