Lega: "Troppi errori. Ora assemblea generale, torniamo a parlare di autonomia"
Intervista all'assessore del Veneto Roberto Marcato, che auspica il ritorno alle posizioni del Carroccio alle sue origini
"Noi non abbiamo nulla a che fare con Fratelli d'Italia, che ha una visione della vita e della società diametralmente opposta dalla nostra"
"Una premessa doverosa, stiamo parlando di elezioni amministrative e non politiche e quindi le dinamiche territoriali hanno un peso enorme. Ma è del tutto evidente che sono stati fatti errori a livello locale dalla Lega. Errori anche sul referendum, che non è stato capito e noi non lo abbiamo spiegato bene affinché diventasse attraente e attrattivo". Roberto Marcato, assessore allo Sviluppo economico ed Energia della Regione Veneto e storico esponente della Liga Veneta, analizza con Affaritaliani.it l'esito elettorale, deludente, per la Lega.
"Paghiamo sicuramente lo scotto di essere nel governo Draghi, una scelta di responsabilità quella di entrare in una maggioranza di unità nazionale, ma è evidente che sul territorio si lasciano pezzi importanti di consenso che viene facilmente recuperato da Fratelli d'Italia che ha buon gioco dall'opposizione. Parlando del Veneto, poi, bisogna assolutamente tornare a parlare dei temi che interessano questa terra, in primis l'autonomia. Il referendum sull'autonomia è stato votatissimo, una valanga di sì per un progetto ancora chiuso nei polverosi cassetti romani. Inoltre, dobbiamo occuparci di imprese, lavoratori, pensionati, sicurezza e futuro energetico".
Il progetto di Lega nazionale, presente anche al Centro-Sud, di Matteo Salvini è fallito? "No, potrebbe ancora avere motivo di esistere se la Lega nazionale fosse la sommatoria delle leghe regionali. Noi non abbiamo nulla a che fare con Fratelli d'Italia, che ha una visione della vita e della società diametralmente opposta dalla nostra. Loro sono romanocentrici e statalisti, questa è la loro visione. Noi per natura siamo per i territori, decentrati rispetto a Roma con la gestione lasciata ai territori. Roma appiattisce le competenze regionali. Se la Lega è la somma delle leghe regionali ha senso di esistere come partito nazionale, se la Lega non ha questa visione non ha senso di esistere. Su questo il nostro statuto è chiaro, siamo una somma delle leghe regionali", spiega Marcato.
In vista delle elezioni politiche, la Lega deve confermare l'alleanza di Centrodestra anche con Fratelli d'Italia? "Ci sono pochi dubbi sul fatto che si debba andare al voto uniti e anche in queste Comunali, lasciando perdere il caso di Padova che è un dramma a sé, se si va uniti i risultati arrivano. Ma la precondizione necessaria per un'alleanza di Centrodestra è che noi andiamo da Lega, portando avanti i temi autonomisti e dei territori. C'è poi il tema del Nord che va recuperato, si è parlato troppo di Sud. Sono convinto che il Paese si salva tutto insieme, non ho dubbi, ma è evidente che c'è uno scompenso di attenzione anche finanziaria ed economica a favore del Sud e a sfavore del Nord. E' successo con il Pnrr e sta accadendo con i fondi europei. Va bene andare uniti come Centrodestra alle elezioni politiche, ma al tavolo dobbiamo sederci da Lega".
Serve un congresso federale dopo il flop dei referendum sulla Giustizia e il forte calo alle Comunali? "Non mi iscrivo al partito dei voltagabbana per interessi personali, a quello che quando la Lega macina il 10% a settimana Salvini è un genio e quando perde consenso non capisce nulla. Verifico però che ci sono elementi di criticità che sarebbe utile affrontare. Un congresso federale per la leadership non mi interessa, ma un'assemblea generale per affrontare a muso duro i problemi e, sempre a muso duro, le criticità per capire quali sono le dinamiche per il futuro penso proprio che sia utile e doverosa", conclude Marcato.
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