Liguria al voto: uno "Swing State" tra scandali giudiziari e bassa affluenza

Intervista al sondaggista Roberto Weber: "Regione né di sinistra né di destra. Gli scandali giudiziari? Incideranno solo sull'affluenza. Ed anche i vincitori saranno perdenti"

di Mauro Indelicato

Liguria: Bucci e Orlando

Politica

Liguria al voto: uno "Swing State" tra scandali giudiziari e bassa affluenza

La Liguria andrà al voto tra strade ancora parzialmente impraticabili e sezioni elettorali che, anche nella stessa Genova, dovranno essere trasferite altrove per via dei danni legati al maltempo. L'ultima ondata di pioggia sulla regione appare quasi come uno specchio della situazione politica locale, lì dove da mesi sembra piovere letteralmente sul bagnato. Le elezioni infatti sono state convocate dopo un'altra tempesta, questa volta giudiziaria, che ha coinvolto il presidente uscente Giovanni Toti e parte del suo apparato.

Non è detto però che il voto contribuirà a portare quanto meno a una schiarita: “Tutti i vari schieramenti principali – racconta ad Affaritaliani.it il sondaggista Roberto Weber – rischiano di essere profondamente delegittimati da una scarsa affluenza”.

La “tempesta Toti” e la scarsa partecipazione alle urne

A correre per la poltrona più alta del palazzo della Regione di Genova saranno in nove, tuttavia solo due di loro sembrano essere i veri unici pretendenti. Da una parte c'è il centrodestra guidato dal sindaco del capoluogo, Marco Bucci, dall'altra c'è la coalizione di centrosinistra che ha candidato l'ex ministro Andrea Orlando.

Sarà quindi una sfida aperta tra i due principali poli politici. La prima incognita in tal senso è rappresentata proprio dalla scia del caso Toti. In particolare, occorre capire in che modo le vicende giudiziarie dell'ex presidente, coinvolto nelle inchieste relative a presunti casi di corruzione, possano o meno influenzare l'esito del voto.

Toti è stato infatti rappresentante di una giunta di centrodestra, la sua prima vittoria nel 2015 è stata vista come un segnale importante dato dalla coalizione durante gli anni del governo Renzi: “Ma oggi non credo che il caso giudiziario dei mesi scorsi sposterà molti voti – ha sottolineato Roberto Weber – quando accadono scandali del genere, la coalizione coinvolta raramente ci rimette”.

Semmai il problema riguarda invece la più generale sfiducia dei cittadini nei confronti dell'intera classe politica: “E infatti – ha proseguito il sondaggista – si prevede una bassa affluenza, una delle più basse registrate in Liguria negli ultimi anni”.

La delegittimazione della classe politica ligure: anche chi vince è perdente

E qui si arriva al discorso evidenziato in precedenza relativo alla legittimazione di chi vincerà la sfida elettorale: “C'è un trend sempre più costante e al momento inarrestabile che porta a un sempre maggior astensionismo – ha proseguito Weber – Non solo in Liguria ovviamente, ma in tutta Italia”. Nello specifico però, se le previsioni sull'affluenza dovessero essere rispettate, allora si aprirebbe quella che, sempre secondo Weber, dovrebbe rappresentare la vera questione politica.

“Se a votare va sempre meno gente – è il pensiero del sondaggista – vuol dire che non hai una chiara legittimazione. Anche chi vince in realtà diventa un perdente, perdono tutti con un alto astensionismo. Ma in pochi al momento capiscono che il dato sull'astensionismo dovrebbe avere la priorità su tutti gli altri”.


La Liguria come “Swing State”

Tra le due principali coalizioni, chi sembra comunque avere ad oggi la principale chance di vittoria? Sondaggi, a pochi giorni dal voto, non ne possono essere pubblicati. Ci sono però delle indicazioni importanti che arrivano non soltanto dagli ultimi rilevamenti, condotti tra i vari elettori, ma anche dalla stessa storia del territorio che si appresta a votare. “La Liguria – ha dichiarato Weber – è sempre stata una regione molto particolare, dove non è mai emerso un trend chiaro nel lungo periodo”. Non è una regione rossa dunque, dove a prevalere è tradizionalmente il centrosinistra, né una regione con una spiccata tendenza a votare per la controparte del centrodestra.

“Se fosse uno Stato americano, la Liguria sarebbe catalogata tra i cosiddetti Swing State – ha proseguito il sondaggista – Questo indica che non solo il risultato qui non è mai chiaro, ma che appare molto forte la polarizzazione politica”. In un contesto del genere, ad avere la meglio è chi riesce a creare la coalizione più ampia: “Chi vuole vincere – dichiara ancora Weber – deve tirare su tutti dalla propria parte, deve unire un fronte molto largo. Non c'è altra scelta”. Da qui, un velato riferimento alla situazione nel centrosinistra: se infatti il centrodestra appare compatto, dall'altra parte l'accordo è stato concluso tra Pd, Movimento Cinque Stelle e Verdi e Sinistra.

Mancano, come si può ben intuire, gli attori centristi del cosiddetto “campo largo”. Ossia Italia Viva di Matteo Renzi e +Europa: entrambe le liste non sono state presentate dopo i mancati accordi con il resto della coalizione ed è stata lasciata libertà di voto ai propri elettori. Potrebbe essere proprio questo a dare, al momento, maggiori chance di vittoria al centrodestra.   

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