Liguria, stop di Bucci al rigassificatore a Vado. Piombino è stufa e nessuno si fa avanti

Il comune toscano non intende tenerselo oltre i tre anni stabiliti

di redazione politica
Piombino rigassificatore
Politica

Liguria, dietrofront sul rigassificatore. Bucci ribalta la linea Toti e riscoppia il caso

Scoppia di nuovo il caso rigassificatore. La decisione presa dalla regione Liguria ieri stravolge i piani. Il neo governatore Marco Bucci ha detto no allo spostamento della nave da Piombino in Toscana a Vado in Liguria, la giunta si è espressa chiaramente, votando all'unanimità e bocciando di fatto la linea dell'ex presidente Giovanni Toti, che invece era favorevole. "È il funerale politico di dieci anni di governo della Liguria, – commenta Davide Natale, consigliere del Pd a Il Fatto Quotidiano - tutto il centrodestra che aveva sostenuto con convinzioni le posizioni sul rigassificatore ha fatto inversione a U. Toti aveva definito terrapiattista e no vax chi si opponeva, oggi abbiamo portato Marco Bucci sulle nostre posizioni". La notizia del voto ligure rimbalza in Toscana.

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"La Regione Liguria sta facendo quello che non ha fatto la Regione Toscana, ovvero difendere gli interessi del proprio territorio e dei cittadini – commenta il sindaco di Piombino Francesco Ferrari (Fdi) – Dovrà essere trovata una nuova collocazione ma, qualunque sia, l’impianto non potrà rimanere a Piombino oltre i tre anni autorizzati, quindi oltre il 2026". Si riapre dunque il caso e urge una soluzione vista anche la crisi geopolitica sempre più preoccupante e lo stop al passaggio del gas russo verso l'Europa deciso dall'Ucraina.

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