M5s, Grillo ha firmato un contratto segreto. Il notaio svela tutto: "Nome e simbolo..."

Alfonso Colucci: "Il garante ha espressamente rinunciato a ogni contestazione. Vale il patto del 2017 siglato da Casaleggio e Di Maio, tutto in mano a Conte"

di redazione politica
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M5s, il notaio svela: "Un accordo Di Maio-Casaleggio ha dato tutto in mano a Conte. Ora Grillo..."

Il M5s è vicino all'ennesima scissione, la rottura tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo non sembra più sanabile. Il garante reclama la titolarità del nome e del simbolo, ma l'ex premier risponde che non gli appartengono più e che intende rivoluzionare il partito con nuove regole e stravolgendo tutto. La battaglia politica rischia ora di finire in tribunale con la conseguenza di un partito spaccato in due. Sull'argomento relativo alla titolarità di nome e simbolo interviene adesso una fonte autorevole, si tratta non solo di un deputato, ma anche del notaio coordinatore dell'area legale del M5s, che conosce molto bene quelle carte. "La sentenza del 2012 - spiega Alfonso Colucci a Il Corriere della Sera - che riconosce la titolarità di nome e simbolo del Movimento a Beppe Grillo è stata superata. Quella attuale è stata costituita nel 2017 da Luigi Di Maio e Davide Casaleggio, e Conte presiede questa Associazione Movimento Cinque Stelle.

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"Quindi - prosegue Colucci a Il Corriere- la sentenza cui fa riferimento Grillo non è stata resa nei confronti dell’attuale associazione, quella presieduta da Conte. Beppe Grillo in forza di specifici obblighi contrattuali — coperti da riservatezza e che non si riferiscono al contratto da 300 mila euro per la comunicazione che il M5S gli paga ogni anno — ha espressamente rinunciato a ogni contestazione relativa all’utilizzo sia del nome e sia del simbolo del M5s, come modificati o modificabili in futuro dall’Associazione medesima". Colucci dice la sua anche sul futuro politico del Movimento. "Non credo che la contesa finirà in tribunale, Grillo può dare ancora molto e i soldi (300 mila € all'anno ndr) per le sue consulenze sono giustificati dalla grande capacità comunicativa di Beppe e per l’effetto di risonanza che le sue pubblicazioni hanno". Ma avverte: "Se alla consultazione online voteranno sì a nuovo nome, simbolo e terzo mandato non ci saranno giudici che tengano. Si tratta di un principio giuridico inattaccabile: l’assemblea è sovrana. Ma è soprattutto un principio democratico. La sovranità spetta al popolo, lo dice la Costituzione".