M5s, la rivoluzione di Conte. Super poteri e nuova sede da 12mila € al mese
Cambia il codice etico, i grillini diventano sempre più partito. Basta sanzioni a chi cambia gruppo politico durante la legislatura, addio alle rendicontazioni
M5s, cambia lo statuto. Scalare i vertici ora sarà più complicato
Il M5s si avvicina sempre di più all'idea di un partito piuttosto che di un Movimento. Gli ultimi segnali lanciati da Giuseppe Conte fanno chiaramente intendere che la direzione politica sarà quella. Con la nuova modifica dello statuto decisa dall'ex premier cambiano diverse cose. Il nuovo Codice etico - si legge su Repubblica - non fa altro che sostituire le parole "Comitato direttivo" con "presidente", senza intervenire a variare le facoltà e i poteri spettanti a quest’organo apicale". Il famoso Comitato direttivo che non ha mai avuto luce: doveva incarnare la riforma post-Luigi Di Maio, figlia del lavoro dei cosiddetti Stati generali del Movimento, poi con l’arrivo di Conte si è tornati all’idea di una gestione accentrata. L’indirizzo politico del M5s non rimarrà in mano agli iscritti, che prima ne erano formalmente artefici, ma sarà tale “così come determinato dal presidente”, si legge.
Di sicuro, nel bene e nel male, - prosegue Repubblica - il Movimento fa un passo in più verso l’assimilazione definitiva al classico modello partito. Ed è una scelta vidimata dal Comitato di garanzia "a maggioranza", quindi non all’unanimità. Ne fanno parte tre persone: Roberto Fico, Virginia Raggi, Laura Bottici. Il voto contrario — si racconta — è stato quello della ex sindaca di Roma, ormai in rotta col resto del partito. Novità arrivano anche sulla nuova sede del M5s voluta da Giuseppe Conte a Campo Marzio, pieno centro di Roma, tra Montecitorio e via del Corso, stucchi dorati che rievocano quelli di Palazzo Chigi, il Movimento sborserà la bellezza di 12mila euro al mese. Per il primo semestre, il costosissimo quartier generale voluto dall’ex premier - dove il garante ha messo piede una sola volta, di malavoglia - verranno versati al proprietario 11mila euro al mese. Poi, nella seconda parte dell’anno, la pigione è destinata a salire. Si passa a 12mila euro. Malumori tra i grillini per la scelta, visto che il budget si è abbassato e i fondi per gli staff tra Camera e Senato si sono ristretti.