M5s, riforma Giustizia: "Una caporetto. La prescrizione non andava toccata"
Niente astensione in Cdm, i quattro ministri grillini non erano abbastanza uniti. Di Maio non si è opposto per paura di una crisi di governo
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M5s, riforma Giustizia: "Una caporetto. La prescrizione era un totem"
Il M5s continua nella sua guerra interna, con la difficile mediazione sul nuovo Statuto tra Grillo e Conte. L'ultimo atto è andato in scena ieri in Consiglio dei ministri, dove la delegazione grillina non ha avuto la forza di astenersi sulla riforma della Giustizia e il testo è passato. Anche l’ultimo stendardo è perso, il totem che non si doveva sfiorare. Doveva essere - si legge sul Fatto Quotidiano - la linea rossa da non varcare, posta come condizione per entrare nel governo Draghi, posta al voto degli iscritti. Ma il tempo e la voglia di sopravvivere al governo sono stati più forti, di tutto.
Il capodelegazione Patuanelli - prosegue il Fatto - spingeva per l’astensione in Cdm: “La prescrizione non doveva essere toccata, era stata una condizione per entrare nel governo”. Luigi Di Maio invece non ha detto quasi nulla, buttando lì un monito: “Vi ricordo che lo scontro sulla giustizia ha rappresentato il requiem già per altri governi”. Tradotto, i governi Conte 1 e Conte 2 sono stati abbattuti anche per la prescrizione. E se ora il M5S si prendesse la responsabilità di dire no, è il sottotesto, verrebbe accusato di volere una crisi di governo. In cambio del voto favorevole hanno portato a casa qualche correttivo su corruzione e concussione, per cui i tetti processuali verranno allungati. Provano a dire che è stato un pareggio. Senza crederci.