Macron in difficoltà a casa e in Ue. Il successo di Meloni smonta i suoi piani

Macron voleva prendere l'eredità di Merkel, ma sta fallendo. Inside

Di Alberto Maggi
Politica

La risposta di Meloni sarà quella della fermezza, dialogo con Bruxelles grazie al lavoro del ministro Raffaele Fitto, ma nessuna ritorsione. Barra dritta

"E' stato inopportuno, la nostra forza deve essere l'unità", ha detto arrivando per l'apertura dei lavori del Consiglio europeo Giorgia Meloni parlando vertice tenutosi ieri sera a Parigi tra Emmanuel Macron con la Germania del cancelliere Olaf Scholz e il presidente ucraino Zelensky, e che ha visto esclusa l'Italia. Una mossa scorretta, non gradita a Palazzo Chigi. E basta vedere la foto di gruppo per capire l'irritazione della premier.

Ma perché Macron ha escluso Meloni? Prima di tutto le ragioni sono interne. Il presidente francese deve fare di tutto per cercare di evitare di accreditare dal punto di vista internazionale la presidente del Consiglio altrimenti agli occhi dell'opinione pubblica francese emergerebbe chiaro ed evidente che esiste un'alternativa di destra. E che funziona e che ottiene risultati sul piano internazionale. E quindi il numero dell'Eliseo, debole in patria dove non ha la maggioranza assoluta all'Assemblea Nazionale, si muove in politica estera (anti-Meloni) pensando alla sua politica interna.

In secondo luogo Macron pensava, con l'uscita di scena di Angela Merkel, di diventare il nuovo punto di riferimento dell'Europa, una sorta di leader informale dell'Unione. Ma il progetto sta miseramente fallendo, sia per la deboleza interna (politica ma anche in termini di impopolarità nell'opinione pubblica) sia perché l'attivismo in Europa di Meloni sta ottenendo oggettivamente risultati. Sui migranti la Francia ha provato ad alzare i toni con l'Italia e la risposta di Roma a Parigi è stata composta, non aggressiva e costruttiva e questo ha spiazzato l'inquilino dell'Eliseo.

Non solo. Proprio sul tema dell'immigrazione e del controllo esterno dei confini dell'Ue, anche meridionali, Meloni ha ottenuto importanti aperture sia dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen sia dal Cancelliere tedesco Olaf Scholz, insieme ad altri Paesi come l'Austria. Il progetto di Macron è quello di diventare l'ago della bilancia con il suo gruppo liberaldemocratico alle elezioni europee del 2024 ma l'ascesa di Meloni e dei Conservatori e Riformisti di ECR (di cui la premier è leader) e che è molto forte in Paesi come ad esempio la Polonia e in crescita in Spagna rischia di far saltare il piano del presidente francese.

Un eventuale accordo Popolari-Conservatori più altri pezzi della destra come la Lega in Italia e Orban in Ungheria potrebbe mettere ai margini non solo i Socialisti del Pd ma perfino i liberali di Macron. Che infatti si agita e si muove contro l'Italia. La risposta di Meloni sarà quella della fermezza, dialogo con Bruxelles grazie al lavoro del ministro Raffaele Fitto, ma nessuna ritorsione. Barra dritta, collaborazione e confronto ma sempre e comunque nell'interesse nazionale, dai migranti alla riforma del Patto di Stabilità fino al Pnrr e ai fondi comunitari. Ecco che cosa dà fastidio a monsieur Macron.

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