Mafia a Bari, Decaro rischia l'incandidabilità alle Europee. Ecco perchè
Il Viminale può chiedere al giudice di decretare incandidabilità o eventuale decadenza, anche senza condanna
Mafia a Bari, Decaro rischia l'incandidabilità alle Europee. Ecco perchè
Per Decaro i guai non sono affatto finiti, anzi potrebbero essere appena iniziati. Se la segretaria del Pd Schlein, infatti, sembra spingere per una sua candidatura alle Europee, la strada è tutt'altro che in discesa. Un cavillo ben nascosto nella legge sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa potrebbe essere un problema, lo riporta Huffingtonpost.it. Si tratta di una norma non ancora valutata, che però - se davvero il Viminale dovesse decidere di sciogliere l'amministrazione comunale di Bari - potrebbe avere effetti dirompenti su un pezzo di classe dirigente della città. E del Partito democratico. "Il comma 11 dell'articolo 143 del testo unico degli enti locali - spiega ad HuffPost l'avvocato Salvatore Di Pardo, autorevole amministrativista - prevede che gli amministratori responsabili delle condotte che hanno causato lo scioglimento di un comune non possano essere candidati, per due turni elettorali, alle elezioni per il Parlamento italiano, per il Parlamento europeo, nonché alle regionali, alle provinciali e alle comunali".
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Non si tratta di un automatismo, ma è un meccanismo che quasi sempre si attiva in seguito allo scioglimento: "Il Viminale propone l'incandidabilità sottoponendo il decreto di scioglimento al tribunale locale, il quale a sua volta può decretare l'incandidabilità", spiega ancora l'avvocato. Un'incandidabilità che può essere inflitta a prescindere da una responsabilità penale: "La norma - prosegue Di Pardo - è molto elastica. Ed è stata a mio parere eccessivamente inasprita. Un amministratore potrebbe essere considerato incandidabile perché non è riuscito ad allontanare dalle strutture del comune un dipendente infedele, o perché ha frequentato un boss o, ancora, perché il suo comportamento non è stato efficace nel contrasto alla criminalità organizzata all'interno dell'amministrazione". Insomma, le possibilità sono tante. Ed è già successo che nel caso di Brescello - comune in provincia di Modena, raro caso di comune del nord sciolto per mafia - il sindaco fosse dichiarato incandidabile perché aveva una forma di frequentazione con degli esponenti della criminalità organizzata. Rischio incandidabilità, ma non solo: "Se il provvedimento dovesse arrivare dopo le elezioni - continua l'avvocato - interviene la decadenza".
Uno scenario del genere potrebbe replicarsi a Bari? Non è detto, ma l'eventualità allo stato non può essere esclusa. Decaro, però, ha dalla sua le parole del procuratore di Bari, che dopo la retata di febbraio aveva escluso nettamente il coinvolgimento del sindaco nell'inchiesta. E specificato che l'amministrazione aveva saputo tenersi lontana dalla criminalità. Inoltre, poiché - come ci hanno spiegato fonti del Viminale - la ragione principale dell'invio della commissione a Bari è l'infiltrazione della mafia in una municipalizzata, è probabile che non si arriverà allo scioglimento. La commissione, infatti, potrebbe ritenere la politica del tutto sana. In quel caso la candidatura, e la permanenza a Strasburgo, di Decaro sarebbe salva. "In quel caso - prosegue Di Pardo - le sanzioni potrebbero intervenire solo nei confronti del personale amministrativo, attraverso provvedimenti come la sospensione o il trasferimento. La commissione che si è insediata a Bari ha tre mesi di tempo, prorogabili, per decidere cosa fare dell'amministrazione del capoluogo pugliese. Tutti gli scenari sono aperti, ma quel codicillo sull'incandidabilità, che nessuno ancora ha considerato "è sottovalutato - conclude Di Pardo - ma non irrilevante. E potrebbe danneggiare Decaro".