Meloni: "Banche? Non difendo le rendite di posizione. Cina, relazioni solide"

La premier affronta anche il tema del Patto di stabilità: "Parleremo con tutti i Paesi Ue, Germania compresa"

di redazione politica
Giorgia Meloni
Politica

Governo, Meloni: "La politica estera serve a rafforzare la propria nazione non il proprio partito"

Il governo si appresta ad affrontare un autunno che si preannuncia bollente per i molteplici dossier che stanno per arrivare sul tavolo della premier. Dalla manovra finanziaria, alle conseguenze della tassa sugli extraprofitti, fino ai delicati rapporti internazionali e il patto di stabilità in Europa. "Con Usa e Cina - dice Meloni al Sole 24 Ore - i rapporti sono trasparenti. Sulla via della Seta discuteremo in Parlamento, non ci saranno effetti sui rapporti commerciali. Poi c'è chi si stupisce che i rapporti con gli Usa siano buoni. Lo pensa chi considera la politica estera uno strumento per rafforzare il proprio partito. Io non la penso così. La politica estera si fa per rafforzare la propria nazione. E si dialoga con tutti, in primis con gli Stati Uniti che sono tra i nostri principali alleati, indipendentemente dal mutare dei governi. Loro sanno che con me non c'è trucco e non c'è inganno".

Meloni affronta anche il capitolo relativo alle banche e sulla tassa sugli extraprofitti non fa nessuna marcia indietro. "Mi sono assunta la responsabilità della decisione. Qualcuno dice: "Volete tassare la ricchezza guadagnata". Io non tasserò mai il legittimo profitto imprenditoriale, ma non intendo difendere le rendite di posizione". Meloni sarà presto alle prese con i prossimi impegni all'estero, dal G20 in India al vertice ONU a New York.

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Dalla manovra, agli sbarchi in crescita nelle ultime settimane. Tanti i temi caldi per il governo. Sul patto di stabilità: "Parleremo presto con tutti i Paesi Ue, Germania compresa". La premier si esprime anche sulla questione Tim: "Abbiamo ereditato una serie di dossier strategici sui quali i governi non avevano voluto mettere la faccia. Noi sì. Abbiamo fatto delle scelte mantenendo il controllo pubblico della rete e difendendo un regime di libero mercato".

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