Meloni, separazione delle carriere: "Nessuna vendetta, i pm non sono nemici"
La premier sul prossimo Commissario Ue: "Io un nome ce l’ho...". Poi attacca Schlein sul caso De Luca: "Ha perso un'altra occasione per far cambiare le cose"
Meloni: "I magistrati non sono nemici, nessuna vendetta. La separazione delle carriere andava fatta"
Giorgia Meloni affronta tutti i temi caldi della politica: dalla riforma della giustizia, allo scontro con il governatore della Campania De Luca, fino alle elezioni Europee e alla scelta del prossimo Commissario Ue. "Di che cosa dovrei vendicarmi con i magistrati? Non capisco - dice la premier a Il Corriere della Sera in merito alla riforma della Giustizia appena approvata in Cdm - perché si possa considerare punitiva nei confronti dei pubblici ministeri la separazione delle carriere. Considero bizzarro che possa essere una vendetta, uno si vendica di qualcuno che ha fatto qualcosa di male, si vendica di un nemico. Non considero i magistrati nemici, chiedo a chi ha fatto questa dichiarazione se pensa che chi governa sia un nemico".
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Meloni torna poi su sullo scontro con il presidente De Luca: "Io sono stata insultata, e banalmente mi sono difesa. A sinistra allora nessuno mi difese, adesso si stracciano le vesti. Si dovrebbero vergognare. Persone che hanno due pesi e due misure, che non credono a quello che dicono, che pensano che hanno più diritti degli altri. Mi dispiace che Schlein abbia perso un'altra occasione per dimostrare che può essere il cambiamento che aveva promesso. I bulli sono deboli, bravi a fare i gradassi dietro le spalle, ma quando li affronti non lo fanno più".
Meloni parla anche delle elezioni Europee ormai alle porte. Non vuole porsi limiti, ma nemmeno indicare una soglia percentuale che potrebbe essere poi irrealizzabile. Nonostante sia capolista ovunque, si adegua a quello che gli ultimi sondaggi attribuiscono a Fratelli d’Italia. E quindi, dice che le andrebbe bene prendere il 26% dei voti. Sulle possibili future alleanze in Europa, la premier anticipa le mosse politiche. "Si stanno formando - prosegue Meloni a Il Corriere - diverse maggioranze e la sinistra è nervosa". In ogni caso, prima di ogni decisione andrà "ascoltato il popolo" che voterà e creerà i nuovi equilibri, per questo Meloni non si sbilancia sul possibile nuovo presidente, né svela se il suo possa essere italiano (ovvero Draghi): "Io un nome ce l’ho. Però non si parte dal candidato, ma dalla maggioranza. Solo così si evitano le maggioranze arcobaleno".