Meloni, stop alla retorica dell'essere madre: servono soluzioni sui migranti

Cara Meloni pensa a trovare una soluzione europea sull’immigrazione senza slogan o strepiti. Lettera aperta alla premier

di Simone Rosti
Giorgia Meloni
Politica

Meloni e la retorica di essere madre. Lettera aperta alla premier

Cara Meloni,

che sei una madre lo abbiamo capito, oltre che donna e non ricordo bene cosa altro, ma ci sei cascata ancora una volta ricordandocelo ieri in Parlamento a proposito della tua vicinanza ai famigliari delle vittime di Cutro.

Sei a capo del Governo di una delle maggiori (ex) potenze economiche del mondo.

Sei giovane, al governo te la stai cavando fra alti (come sulla guerra e in altri casi, smentendo molto della tua campagna elettorale, sul rigore economico) e bassi (sostenendo la tua curva sud come su rave, migranti, Cospito) però questa retorica sull’essere madre risparmiacela perché ha davvero stufato. Non sei l’unica che usa lo slogan dell’essere madre come un “brand” di qualità e autorevolezza.

E’ ormai un vezzo abusato da tante mamme che si credono superiori perché hanno fatto un figlio (figuriamoci con due o tre!), lo hanno allevato, formato. E quindi? Certamente queste donne hanno le scarpe pesanti, la schiena fiaccata dalla fatica, hanno tante notti insonni, tante preoccupazioni, insomma una vita di sacrifici.

A volte sentiamo dire “tu che non hai figli non puoi capire”, che presunzione!
Magari bastasse fare figli per avere una patente di integrità o di profondità emozionale e di pensiero. Non serve essere madri per provare comprensione di fronte a un lutto di bambini.

Quindi cara Meloni, evita sparate come questa, pensa a trovare una soluzione europea sull’immigrazione senza slogan o strepiti convincendo i tuoi partner, uno per uno. Questa è la politica, tutto il resto è illusione, fumo negli occhi nel dolore delle persone.

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