Ucraina, Meloni prepara la 'vendetta' contro Macron. Ipotesi passo indietro di Zelensky

Fondamentale il ruolo Usa. Vertice di Londra: il dietro le quinte

Di Alberto Maggi
Politica

Da Fratelli d'Italia fanno notare che non è Meloni a dover scegliere tra Trump e l’Europa, ma è Macron che dovrebbe piantarla con iniziative personali che finiscono per dividere l’Europa

Giorgia Meloni è rientrata dal vertice di Londra nella serata di ieri. E l'umore è positivo: la premier è soddisfatta per aver avuto conferma che il profilo basso e la linea saldamente euro-atlantica sostenuti in queste ore siano state largamente condivise dai partecipanti del vertice. Primo tra tutti il padrone di casa, il premier inglese Keir Starmer, per proseguire con quello polacco Donald Tusk e molti altri. Leader politicamente tutt’altro che vicini a Trump ma che si rendono perfettamente conto di quanto velleitario sia immaginare che la pace si possa costruire senza le tanto sospirate garanzie americane.

Meloni lo sa e per questo ha voluto sentire Trump e incontrare Zelensky prima del vertice. Il presidente ucraino, ancora scosso dagli sganassoni subiti dal duo Trump-Vance, ha trovato sì la solidarietà della premier italiana e degli altri leader riuniti nel format londinese, ma anche un chiaro invito a “guardare avanti” (copyright Meloni). Una formula che può essere interpretata in più modi: dal superare l’incidente diplomatico dello studio ovale al non pretendere più continue forniture di armi per continuare la guerra sine die e fino a un clamoroso - e per ora non previsto - passo indietro. Una condizione che gli americani non pongono ufficialmente sul tavolo, dove ancora campeggia il tema dell’accordo sulle terre rare, ma che sarebbe la vera garanzia di sicurezza richiesta da Trump

Nel frattempo Macron, uscito oscurato dal vertice di Londra, poche ore dopo i saluti di rito anticipa a Le Figaro i contenuti del piano anglo-francese e rivolge un velenoso appello a Meloni dalle pagine de Il Foglio. Una doppia sortita che, c’è da scommettere, non sarà stata gradita a Palazzo Chigi che già non aveva mancato di criticare l’irrituale convocazione di Parigi due settimane fa. 

Da Fratelli d'Italia hanno buon gioco a far notare che, contrariamente a quanto va ripetendo la sinistra, non è Meloni a dover scegliere tra Trump e l’Europa, ma è proprio Macron che dovrebbe piantarla con iniziative personali che finiscono per dividere l’Europa. E nei corridoi c’è già chi scommette sulla reazione di Meloni: coglierà la prima occasione (forse il Consiglio Ue straordinario proprio sull’Ucraina previsto per giovedì a Bruxelles) per rispondere per le rime al presidente francese o lascerà cadere per dedicarsi anima e corpo per realizzare quel vertice Ue-USA-Ucraina che anche ieri ha messo sul tavolo ottenendo molti sì?

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