Migranti, finalmente l'Europa si sveglia (forse)
Al di là delle solite strumentalizzazioni della sinistra
Parole chiarissime anche dal Presidente Mattarella
Le parole di ieri del presidente del Ppe Manfred Weber, che in in un'intervista al Corriere della sera, ha detto che l’Europa dovrebbe ringraziare l’Italia, per il grande sforzo che sta facendo per la gestione dei flussi migratori, che stanno ormai assumendo i contorni di un invasione, sono state certamente una boccata di ossigene per la Meloni e per il nostro paese: «Sulla migrazione servono misure concrete di solidarietà verso l’Italia da parte degli altri Paesi Ue. Per questo il gruppo del Ppe ha chiesto questa settimana un dibattito speciale al Parlamento Ue per cercare solidarietà verso l’Italia».
Ma il presidente del Ppe rimarca anche il fatto che il nostro paese sia stato lasciato troppo solo dall'Europa su questo delicatissimo tema affermando che “ il Ppe sostiene pienamente il governo italiano nel dare priorità a questo tema a livello europeo. Abbiamo bisogno di azioni comuni e ci rammarichiamo molto del fatto che da parte della Commissione e degli Stati Ue non ci siano molta consapevolezza, né ascolto né molta azione verso un problema serio».
Al di là del fatto che queste frasi, dette ad un anno dalle elezioni europee, sembrano essere di ottimo auspicio nel progetto, al quale la premier Meloni sta lavorando alacremente da mesi ( grazie al grande lavoro di raffaele Fitto, prima e del copresidente dell’Ecr attuale Nicola Procaccini e il capo delegazione al parlamento europeo di Fdi, Carlo Fidanza ora ), e cioè quello di creare un'alleanza elettorale, a livello europeo, tra Ecr e popolari, per raggiungere una chiara maggioranza nel prossimo parlamento europeo, che uscirà dalle urne nel 2024, sembrano comunque le solite frasi di circostanza di fronte ad un'Europa troppo assente su questo delicato problema.
A queste parole, poi, si sono aggiunte quelle perentorie del presidente della repubblica Sergio Mattarella, in visita in Polonia, che ha definito quelle sulla migrazione europee, come “norme preistoriche”, definendo il problema dei flussi migratori come “epocale”, che va affrontato dalla unione Europa nel suo complesso. La dura definizione data dal presidente si riferisce evidentemente ai cosiddetti accordi di Dublino hanno mostrato la loro totale inadeguatezza negli anni, lasciando praticamente da soli i paesi di primo approdo, come Francia Grecia e Spagna, che devono occuparsi, da soli, dei richiedenti asilo, che sbarcano in massa sulle loro coste.
D’altra parte la convenzione firmata a Dublino è del giugno 1990, quando i flussi migratori erano ben altra cosa e quando anche la situazione geopolitica era del tutto differente. I tentativi di superare questo trattato sono fino ad ora risultati vani, anche e soprattutto per i vari veti incrociati impsoti a turno da alcuni stati dell’Unione. Il nostro paese da tempo, a maggior ragione ora con Giorgia Meloni a capo dell’esecutivo, chiede con forza maggiore solidarietà e partecipazione da parte dell’Unione Europea, ricevendo almeno la solidarietà da parte della presidente Ursula Von der Leyen ( non si sa quanto se per ingraziarsi il nostro appoggio in vista di eventuali incarichi personali futuri in vista delle prossime elezioni).
Ma la solidarietà di fronte a quella che è ormai una vera e propria emergenza ovviamente non basta. Occorrono azioni e una decisa presa di responsabilità per arrivare a trovare soluzioni comuni che ancora latitano. La modifica dei trattati di Dublino da anni viene osteggiata dai paesi del nord e non si riesce a trovare una soluzione comune che possa cominciare a dare risposte concrete nella gestione di un problema che non può e non deve essere risolto dai singoli paesi. il programma di ricollocazione che poteva essere un primo passo, varato dal Consiglio Europeo nel 2015, si è rivelato un fallimento e non ha prodotto praticamente alcun risultato concreto.
Circa 3200 migranti sono stati trasferiti in tre anni secondo questo principio. Una goccia nel mare. I successivi tentativi di riforma degli accordi di Dublino del Consiglio europeo del 2018 e di Malta del 2019 sono naufragati ( il termine appare quanto mai adeguato ) miseramente. Adesso come dichiarato da Weber il tema dovrebbe essere posto durante la plenaria, che si svolge questa settimana a Strasburgo. Ma come denunciato dai deputati italiani di Fdi, non come sperato, a causa di una mozione di censura di socialisti e liberali, verso le recenti norme approvate dal governo italiano per contrastare l'emergenza.
Inutile sottolineare come su questa azione, abbiano contribuito grandemente soprattutto gli eurodeputati italiani, in gran parte quelli del gruppo del Pd, che non perde occasione, per fini scopi di propaganda, per gettare fango sul governo di centro destra, anche a costo di screditare e danneggiare il nostro paese. Ma questa non è certo una novità ma rappresenta qual è il clima che si respira oggi in Europa sul tema dei migranti. “Abbiamo naturalmente sostenuto la proposta avanzata dal presidente e capogruppo al Parlamento europeo del Ppe Manfred Weber di inserire nel calendario della plenaria di Strasburgo un dibattito sulla necessità di maggiore solidarietà verso l’Italia nella gestione degli ingenti flussi di migranti delle ultime settimane”.
Si legge in una nota, del copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini e del capo delegazione di Fratelli d’Italia al Parlamento europeo Carlo Fidanza. “Ancora una volta la sinistra ha mostrato il suo vero volto anti-italiano, sostenendo la richiesta dei gruppi socialista, verde e comunista che da un lato riconduce la necessità di una soluzione europea al solo salvataggio delle vite, dimenticando l’esigenza di regolamentare l’immigrazione anche proteggendo i confini esterni e, dall’altro, estende il dibattito al resto d’Europa indebolendo la specificità del caso italiano.” Insomma con queste premesse è facile immaginare che la soluzione a livello europeo rimane purtroppo un obiettivo ancora molto lontano da raggiungere.