Migranti, Ong contrarie all'accordo Italia-Albania. Pronto il boicottaggio dei centri di accoglienza

Le sinistre e alcune organizzazioni umanitarie sembrano intenzionate, infatti, a dare battaglia per contrastare con tutte le armi a disposizione il nuovo corso della politica migratoria italiano

di Vincenzo Caccioppoli
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Giorgia Meloni e i migranti
Politica

Migranti, Ong contrarie all'accordo Italia-Albania. E alcune pensano a boicottare la strategia di Meloni sui centri di accoglienza

L'accordo sui migranti siglato il 6 novembre scorso tra Giorgia Meloni e il premier e albanese Edy Rama per realizzare tre centri di raccolta nel paese delle Aquile, continua a far discutere. Le sinistre e alcune organizzazioni umanitarie sembrano intenzionate, infatti, a dare battaglia per contrastare con tutte le armi a disposizione il nuovo corso della politica migratoria italiano. Il fatto che i numeri stiano dando indiscutibilmente ragione alla Meloni e al governo, sembra non interessare affatto a chi, come alcune ONG, ha rapporti spesso ambigui con chi specula sulla migrazione irregolare di essere umani. Tutto questo poi nonostante diversi paesi europei, Francia e Germania in testa, abbiano mostrato crescente interesse per la politica migratoria inaugurata dal governo Meloni, basata sulla stipula di accordi con i paesi di partenza dei flussi migratori e con paesi terzi per realizzare appunto in quei paesi centri di prima accoglienza. Evidentemente la strumentalizzazione politica (unita in alcuni casi anche al puro  interesse economico), è più forte dei risultati e della ricerca di una soluzione ad un problema annoso come quello del controllo dei flussi migratori sulle coste europee.

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Tra le più attive sono alcune ONG che mantengono solidi legami con certi ambienti politici di sinistra, che sembrano aver preso di mira proprio il recente accordo tra Italia e d’Albania. Ultimo quello della famigerata Lifeline, ong tedesca da tempo nell’occhio del ciclone per operazioni spesso al limite della legalità, come quello a Pozzallo 5 anni quando forzo un blocco marino per portare in salvo un carico di migranti. Finita sotto processo a Malta nel 2020, ore sembra intenzionata ad organizzare un vero e proprio boicottaggio dei centri di raccolta realizzati dal governo italiano in Albania. Mission Lifeline, ha annunciato di voler entrare in Albania e ricevere informazioni sui Cpr italiani. Tutto per creare un grande caos mediatico intorno a una misura fondamentale voluta dall'esecutivo italiano nel contrasto all'immigrazione illegale: lo smistamento di migranti irregolari verso l'Albania ridurrà il carico di persone verso le nostre coste e semplificherà il lavoro di accettazione (o di diniego) delle domande d'asilo. Ma per Martin Kunze, membro della Mission Lifeline, si tratta di un “campo di deportazione in Albania”. Secondo quanto rivelato da Libero, infatti, in un messaggio che l'attivista ha rivolto a un suo collega si legge che “insieme ad altre numerose Ong, incluse Sea-Watch, Sos Humanity, ResqS, siamo profondamente preoccupati del recente accordo migratorio tra Italia e Albania”, dicendosi in apprensione per le “potenziali violazioni di diritti umani che potrebbero sorgere da questo accordo”.

Poi l'annuncio: “Domenica prossima, la nostra squadra raggiungerà l'Albania per una settimana per raccogliere in prima persona impressioni sulla situazione”. E infine l'ammissione: “Il nostro obiettivo è connetterci con le comunità locali, gli attivisti, le ong e i giornalisti che possono fornirci maggiori informazioni e approfondimenti”. Molto duri i commenti di esponenti del partito della premier come quello del vicepresidente vicario del gruppo, il senatore Raffaele Speranzon: “La notizia pubblicata oggi da Libero che l’ong tedesca Mission Lifeline invierà domenica prossima una delegazione in Albania per verificare le condizioni dei due centri per migranti, che l’Italia sta realizzando dopo i protocolli firmati dal governo Meloni, è l’ennesima conferma che queste organizzazioni vogliono l’accoglienza indiscriminata e senza regole. Un regalo a scafisti e trafficanti di uomini che hanno fatto affari proprio grazie a questo approccio senza regole”. Intanto sia Grecia che Spagna, nei giorni scorsi hanno annunciato un aumento fuori controllo degli sbarchi di irregolari sulle loro coste (con aumenti di sbarchi  rispettivamente del 40 % e del 93% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno). Ulteriore riprova questa che la politica adottata dal nostro paese, dove invece gli sbarchi sono calati del 60% paga eccome. E forse questo a qualcuno dà particolarmente fastidio.