Economia

Migranti, l’Europa ignora le denunce delle Ong all'Italia sul soccorso in mare

Nel 2023 cinque Ong aveva contestato il decreto legge per la gestione dei flussi migratori e la pratica delle autorità italiane di assegnare porti lontani per gli sbarchi

Le Ong denunciano l’Italia per ostruzionismo al soccorso in mare: la Commissione Europea non agisce nei tempi previsti

La Commissione Europea non ha esaminato, entro 12 mesi, cinque denunce presentate contro le leggi italiane che, secondo le organizzazioni denunciante, limitano le attività di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo centrale. Nel luglio 2023, cinque importanti Ong—l’Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione (ASGI), EMERGENCY, Medici Senza Frontiere (MSF), Oxfam Italia e SOS Humanity—hanno presentato le denunce, contestando il decreto-legge 1/2023 e la pratica delle autorità italiane di assegnare sistematicamente porti lontani per lo sbarco dei sopravvissuti salvati in mare.

Come riportato da La Repubblica, le Onr sostengono che queste misure non rispettano gli obblighi degli Stati membri dell'Ue previsti dal diritto marittimo europeo e internazionale, oltre a violare la legge internazionale sui diritti umani.  “Dopo un anno di attesa, la Commissione ha comunicato di aver bisogno di più tempo per esaminare le nostre denunce – afferma Juan Matias Gil, capomissione per le attività di ricerca e soccorso di Medici Senza Frontiere – temporeggiando, la Commissione perpetua l’ostruzione sistematica del salvataggio di vite umane nel Mediterraneo. Non possiamo perdere altro tempo perché il numero di persone che muoiono in mare è in aumento”.

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Marie Michel, Policy Expert di SOS Humanity, sottolinea che la Commissione Europea, in qualità di custode dei trattati, ha il dovere di garantire che gli Stati membri rispettino e applichino uniformemente il diritto dell'Ue. Secondo le procedure dell'Unione Europea, la Commissione era tenuta a fornire una valutazione preliminare delle denunce entro due mesi dalla loro registrazione e a decidere se avviare una procedura formale di infrazione entro un anno. Finora, la Commissione non ha adempiuto a questi obblighi.