Morte Regina, prof. Usa si augura sia stata "atroce, come nelle colonie"
Prof. universitaria USA, Uju Anya, in un tweet ha augurato alla regina "una morte agonizzante come quella che ha causato a milioni di persone" nelle colonie UK
Non tutti partecipano alle scene di commozione per la scomparsa della Regina Elisabetta. Il passato coloniale...
"Ho sentito che il capo monarca di un impero genocida violento di ladri sta finalmente morendo. Possa il suo dolore essere atroce”. Questo il tweet della professoressa Uju Anya della Carnegie Mellon University alla notizia del malessere della Regina Elisabeth. Il messaggio ha destato reazioni di violento sconcerto e la rimozione del tweet.
L'università americana Carnegie Mellon ha immediatamente preso le distanze dal messaggio, ovviamente non in linea con gli standard educativi dell’istituto. Il riferimento che ha mosso il post della professoressa sono le atrocità commesse dagli inglesi in epoca coloniale in Africa. Soprattutto le atrocità in Kenya che sono continuate fino agli anni '60 del secolo scorso. La professoressa Uju Anya ha risposto così a chi la criticava duramente per il messaggio violento e fuori luogo nel momento della morte della sovrana UK: “Se qualcuno si aspetta che esprima tutt'altro che disprezzo per il monarca che ha supervisionato un governo che ha sponsorizzato il genocidio che ha massacrato e spostato metà della mia famiglia e le cui conseguenze coloro che vivono oggi stanno ancora cercando di superare, può continuare a desiderare una stella”.
Anche Jeff Bezos, proprietario di Amazon, ha immediatamente criticato l'accaduto, viste le parole che non ci si aspetterebbe da chi ha un ruolo educativo. Ma alla morte della Regina è comparso anche un sentimento di questa natura in una parte di mondo. Lo stesso emerso durante le celebrazioni dei 70 anni del regno di Elisabeth: una freddezza disarmante avvolse le ex colonie africane. La vicenda portata alla luce in quel momento sul Kenya riguardava il caso delle donne delle comunità pastorali dei Samburu e dei Maasai, nelle province orientali e nella Rift Valley. Circa 2000 donne raccontarono di essere state violentate durante gli anni della presenza del Regno Unito nei loro territori, chiedendo risarcimenti per le atrocità commesse. Trattamenti ancora più feroci vennero inflitti a chi combatteva per l’indipendenza.
La Regina Elisabetta è stata l’incarnazione di un mondo che oramai non esiste più, uno Stato dell’Ottocento che ha mutato dimensioni, regno, fattezze e soprattutto ha visto l’essere umano cambiare quasi antropologicamente nella natura. Ma pur non avendo poteri politici specifici Elisabeth è stata un’abile stratega nel costruire un nuovo modello di consenso verso la Corona britannica, molto attento al ‘sentiment’ delle masse occidentali condizionate dai media.
Allo stesso tempo la Regina Elisabeth ha mantenuto la continuità con la storia dell’imperialismo e del colonialismo UK, il suo portato di conflitti, valori ma anche atrocità. Impero che ha visto disfarsi pezzo pezzo. In generale, non è mai stata così avvezza ad abbracciare i mutamenti sociali in corso. Non vanno però dimenticate le sue critiche al governo per la mancata presa di posizione forte contro l’apartheid in Sudafrica, una volta che la cultura di massa aveva esteso un ampio consenso nei confronti della battaglia dei neri di quel territorio.
I tweet di Anya sulla regina Elisabetta non sono troppo lontani dal sentimento collettivo del movimento Black Twitter, la parte più importate della rete di social media che si identifica con l'esperienza del popolo nero. I residui del colonialismo britannico e la durezza dei metodi UK hanno segnato interi popoli e non sono stati dimenticati, ricompaiono anche in un momento inopportuno come quello della morte.
Per le celebrazioni dei 70° del regno di Elisabeth, DW News, emittente pubblica internazionale della rete tedesca Deutsche Welle rilanciò il filmato di un tweet di una donna nera identificata come una "combattente per l'indipendenza del Kenya" di nome Muthoni Mathenge che chiedeva alla regina Elisabetta riparazioni per le atrocità subite.
"È stata torturata con delle asce durante la lotta del Kenya per l'indipendenza dal dominio coloniale britannico", diceva il tweet di Mathenge. "Mentre la Gran Bretagna celebra il Giubileo di platino del suo monarca, questa vecchia combattente vuole mandarle un messaggio: 'Lasciate che Elizabeth porti ciò che mi appartiene.'"
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