Nordio attacca i giudici: "Se un magistrato definisce pericoloso il premier, poi la sua credibilità diventa pari a zero"
E arriva anche l'appello di 250 intellettuali dopo le tensioni polizia-manifestanti di Torino: giù i toni o si torna agli anni di piombo
Nordio attacca i giudici: "Separazione delle carriere limitante? Americani e inglesi ci ridono dietro..."
Cresce l'allarme per le tensioni tra polizia e manifestanti, l'ultimo caso è quello di Torino con 15 agenti feriti. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio affronta l'argomento scottante e 250 intellettuali scrivono una lettera aperta: giù i toni o si torna agli anni di piombo. "Ho visto nascere - spiega Nordio a Il Corriere della Sera - il terrorismo anni '70. E per tre anni ho condotto l’indagine sulla colonna veneta delle Br. La situazione politica di allora non è ripetibile. Ma il terrorismo può assumere volti nuovi, anche senza una ideologia definita. È vero che non tutte le violenze di piazza degenerano nel terrorismo. Ma è anche vero che tutto il terrorismo nasce dalle violenze di piazza e dalla mancanza di una repressione immediata ed efficace. Per questo auspico indagini e giudizi e, in caso di colpevolezza conclamata, pene adeguate".
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Nordio affronta anche altre tematiche relative alla riforma della Giustizia, come quella relativa alla separazione delle carriere: "Esiste in tutti i Paesi democratici che hanno introdotto, come noi, il codice accusatorio. Inglesi e americani - prosegue Nordio a Il Corriere - ci ridono dietro quando diciamo che è un attentato all'indipendenza del giudice". Sulla partecipazione al dibattito pubblico da parte dei magistrati: "Il presidente Mattarella si è più volte espresso sui limiti del cosiddetto protagonismo dei giudici. La partecipazione deve essere contenuta in quei limiti. Io mi riconosco in pieno nelle sue sagge parole".
"Il magistrato - conclude Nordio - è libero ma vincolato dall’imparzialità che deve manifestare al cittadino. Se un giudice definisce pericoloso il presidente del Consiglio, la credibilità sua, e di chi lo difende, cade a zero. Io continuo a predicare e ad auspicare un dialogo franco e fruttuoso con la magistratura di cui mi sento ancora di fare parte. Non esistono magistrati sgraditi. Come spero non esistano, per i magistrati, politici sgraditi".