Open, Renzi spunta anche un hacker. Doveva creare scoop e dossier per giornali
La "Bestia" del leader di Italia Viva. Una redazione creata ad hoc, con detective privato ed espero di cybersecurity. Le carte dell'inchiesta
La "Bestia" di Fondazione Open: hacker, detective privato e giornalisti
L'inchiesta sulla Fondazione Open, che secondo gli inquirenti sarebbe servita a finanziare la campagna elettorale di Matteo Renzi, si arricchisce di nuove indiscrezioni. Nella mail che Rondolino invia al leader di Italia Viva, agli atti dell'indagine, spunta l'organigramma della "Bestia" renziana. Non solo - si legge sulla Verità - una redazione giornalistica creata per distruggere l'immagine pubblica del M5s e dei giornalisti del Fatto Quotidiano, su tutti il direttore Marco Travaglio e Andrea Scanzi. Ma addirittura un hacker professionista.
Per strutturare il lavoro della Bestia - prosegue la Verità - era stato predisposto un vero e proprio organigramma con 9 aree di lavoro. Lo ha svelato lo stesso ex hacker al Corriere della Sera. "Renzi si è chiesto se anche in Italia ci sarebbero problemi simili a quelli emersi in altri Paesi durante le elezioni. Così ho scritto un lungo report e gliel'ho consegnato. Parte di questo documento è arrivato al New York Times, che dopo aver verificato l'attendibilità delle mie informazioni ha pubblicato un articolo".
LEGGI ANCHE
Open, Renzi e il software israeliano per indirizzare il voto. Incontro a Chigi