Orlando: "Meloni strizza l'occhio agli evasori. Salario minimo? Pd-M5s uniti"
L'ex ministro del Lavoro: "La crisi salariale che conosciamo da tempo è diventata un dramma con la crescita dell’inflazione"
Pd, Orlando: "Le opposizioni sul salario minimo sono unite"
La sfida tra Meloni e Schlein è ormai partita, la nomina a segretario della ex vice governatrice dell'Emilia Romagna ha portato una scossa non solo nell'elettorato dei dem, con i consensi che sono aumentati, rubando voti al M5s, ma anche sulle tematiche chiave da affrontare. Nel primo confronto diretto, avvenuto alla Camera durante il "Question Time", Schlein ha messo al centro delle priorità il "salario minimo", argomento su cui la premier, invece, è apparsa molto fredda, ritenendola addirittura una norma destinata a peggiorare ulteriormente la condizione economica di alcuni lavoratori meno privilegiati. "Sul salario minimo - ha tuonato Andrea Orlando a La Stampa - le opposizioni sono unite. Meloni, invece, strizza l’occhio agli evasori. Mi auguro ci sia un’iniziativa comune, il salario minimo è uno strumento essenziale in questa fase".
"La crisi salariale che conosciamo da tempo - prosegue l'ex ministro Orlando a La Stampa - è diventata un dramma con la crescita dell’inflazione, il lavoro povero che prima riguardava il 12% della forza lavoro è cresciuto ulteriormente". Bordate anche sulla riforma fiscale: "La delega mette in discussione la progressività, favorisce le fasce di reddito ricche e istituzionalizza e rende accettabili forme di evasione. Un sistema fiscale con elementi corporativi, possiamo dire: tratto il reddito in funzione della sua origine. Del resto, già oggi nella legge di bilancio un dipendente è tassato diversamente da un autonomo. Anziché costruire un patto fiscale, per incoraggiare chi investe, chi fa ricerca, chi vuole crescere, si dice: vi rompo un po' meno le scatole, ognuno faccia come vuole. È un modo per mantenere un pezzo di economia in una condizione di bassa produttività e quindi bassi salari".