Padre Georg torna nella Foresta Nera ma non rinuncia a una stoccata al Papa
Prima di partire dice: “Spero che finisca questo limbo in cui sono immerso”
Padre Georg torna nella Foresta Nera
Georg Gänswein, terminate le vacanze italiane che lo hanno visto protagonista della messa celebrata in ricordo di Papa Ratzinger il 31 dicembre in Vaticano torna nelle oscure e gelide lande della Foresta Nera.
Un incontro con Papa Francesco di qualche giorno dopo aveva fatto pensare che fosse tornato un po’ di sereno tra i due ma così non è perché nulla è cambiato.
E così Padre Georg fa di nuovo le valige dalla città, Roma, a cui deve tutto.
Dopo la sua esperienza di segretario particolare di Papa Bergoglio si aspettava un trattamento diverso invece dopo le note polemiche è dovuto tornare in Germania senza alcun incarico.
E così poco prima di partire Massimo Franco per il Corriere della sera riporta una sua confidenza:
“Spero che finisca questo limbo in cui sono immerso. Non poterne uscire fa male…”.
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Fino al 31 dicembre 2022 è stato con Papa Benedetto al Monastero Mater Ecclesiae rinunciando però al suo ruolo di Prefetto della Casa Pontificia, su diretta indicazione di Bergoglio. Il suo ruolo è mancante, o meglio “sospeso”, visto che il numero 2 Monsignor Leonardo Sapienza lo sostituisce informalmente anche in occasioni ufficiali.
In effetti I dissapori tra i due erano in realtà iniziati prima, quando il Papa gli aveva ufficiosamente tolto l’incarico di Prefetto della Casa Pontificia pur dandogli ancora lo stipendio ma dicendogli “lei da domani non viene più a lavoro anche se resta formalmente al suo posto”, insomma una sorta di “mobbing vaticano”.
Papa Bergoglio è un Papa vendicativo. Ne sa qualcosa il cardinal Burke che è stato privato di stipendio e casa da Francesco per averlo contestato sulla dottrina.
Ma dietro all’antipatia personale tra i due si gioca una partita ben più complessa che vede in gioco la pastorale della chiesa. Infatti sia Padre Georg che l’americano Leo Burke sono conservatori, come lo era Benedetto XVI. Sono in gioco due visioni della Chiesa cattolica contrapposte: una progressista ed una conservatrice anche se Bergoglio in realtà è un Papa populista e peronista che oscilla perennemente tra destra sociale e sinistra, basti pensare alla seconda venuta televisiva prevista da Fazio per domenica prossima.
Qualcuno ha pensato che Padre Georg possa essere un polo di attrazione delle forze conservatrici nella Chiesa cattolica che sono sempre più forti ed agguerrite, soprattutto dopo la vicenda di Burke e appunto di Gänswein. Ma il prelato tedesco sembra aver paura, essere titubante e manda segnali conciliatori per cui a lui basterebbe un lavoro per mettere fine alle polemiche.
Ma il gesuita Bergoglio è inflessibile e sa che Padre Georg non ha il “quid”, per dirla laicamente, per mettersi a capo dei rivoltosi e quindi non cede.
Dal canto suo l’ex uomo di fiducia di Ratzinger non rinuncia alla tecnica del bastone e della carota e cioè alterna professione di umiltà e sottomissione a calcetti ben mirati negli stinchi del Pontefice santo per ricordargli che c’è un problema e che è ancora troppo giovane per andare in pensione.