Papa Francesco e il presidente Milei. Quando due populisti si incontrano

Il peronista e l'anarco-capitalista fanno pace

Di Giuseppe Vatinno
apa Francesco riceve in udienza Javier Gerardo Milei
Politica

Incontro del Papa con il Presidente Argentina: quando due populisti si incontrano. Papa Francesco peronista e Mili populista e anarco-capitalista fanno pace. L’incontro dei due italiani in Vaticano

 

Papa Francesco è imprevedibile. Un giorno dice una cosa e quello dopo dice l’altra.

Negli anni del suo pontificato ci ha abituato ad una sorta di bipolarismo che ha però sconvolto la Chiesa perché non permette di sviluppare un quadro compiuto degli eventi dal punto di vista laico e non permette una pastorale compiuta dal punto di vista religioso.

Dire che la Chiesa è contro l’omosessualità e il giorno dopo benedire le coppie gay produce una profonda confusione a tutti i livelli, oltre che gettare nel panico Chiese meno attrezzate, come è quella africana che infatti si è ribellata alle ultime bizzarrie.

Mettere a capo di Propaganda Fidei il cardinal Fernandez che ha scritto due libri pornografici non è proprio il massimo per la coerenza e la stabilità della dottrina.

Ma questa volta Francesco ha trovato dall’altro lato un contendente altrettanto imprevedibile e cioè il nuovo Presidente della “sua” argentina Javier Milei.

Ne ho parlato qui alla sua elezione.

Essendo Javier Milei un populista imprevedibile è il complemento ideale, da un certo punto di vista, di un Papa peronista come Bergoglio.

Milei, in campagna elettorale, aveva definito Francesco «affine ai comunisti assassini», un «personaggio nefasto» e «imbecille».

E poi aveva definito la giustizia sociale come la norma per cui «i frutti del lavoro di qualcuno gli vengono rubati e vengono dati a un altro»: il che a suo dire equivarrebbe a «rubare, un’azione vietata dai dieci comandamenti».

Al che lo scaltro gesuita aveva replicato facendo sostanzialmente orecchie da mercante:

“In campagna elettorale si dicono cose che servono per creare un po' di attenzione, ma che poi svaniscono. Bisogna distinguere molto tra quello che dice un politico in campagna elettorale e quello che farà veramente dopo, perché poi arriva il momento della concretezza e delle decisioni”. Dunque l’occasione di riappacificarsi era troppo bella per non farlo e l’occasione è stata la canonizzazione della prima santa argentina, María Antonia de San José de Paz y Figueroa che diffuse in Sudamerica i famosi Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola.

Milei, a sua volta, ha invitato ufficialmente Francesco in Argentina, in cui non è mai stato dopo l’elezione al soglio di Pietro.

Ricordiamo che Milei viene definito come un leader di estrema destra ma in realtà è un leader ultraliberista e turbocapitalista che è poco o niente legato all’ideologia politica tradizionalmente intesa.

Milei è di origine italiana esattamente come Papa Francesco ed è un economista. Il suo programma può essere riassunto da una sua frase che ebbe a dire: “La mia missione è quella di prendere a calci in culo keynesiani e collettivisti”. Famoso il suo “supereroe” inventato per i media, il Generale Ancap, contrazione di AnarcoCapitalista, il credo economico che lo guida.

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