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Javier Milei si prende l'Argentina: è la vittoria dell'anarcocapitalismo
Javier Milei Argentina

Javieri Milei eletto presidente dell'Argentina

In Argentina è successo qualcosa di nuovo. Per la prima volta al mondo un “anarcocapitalista”, Javier Milei, è stato proclamato presidente di una nazione, con il 56% dei voti e ben 11 punti percentuali di vantaggio sull’antagonista, il peronista Sergio Massa, attuale ministro dell’Economia che, candidato con il movimento di Union por la patria, ha subito riconosciuto la vittoria: “Non sono i risultati che avevamo sperato. Mi sono felicitato con Milei e gli ho augurato buona fortuna. Da domani la responsabilità di garantire il funzionamento sociale, politico ed economico del Paese è del presidente eletto”.

Parimenti, in pieno centro della capitale Buenos Aires, una folla tumultuosa e festante si riversava nelle ampie strade festeggiando la vittoria. Il neo-presidente alle 22.30 -ora argentina- rilasciava la sua prima dichiarazione: “Agli argentini dico: oggi comincia la ricostruzione dell’Argentina e la fine della decadenza, oggi finisce il modello impoveritore dello Stato onnipresente che beneficia solo alcuni, mentre la maggioranza soffre; oggi finisce l’idea che lo Stato è un bottino da ripartire fra i politici e i loro amici, oggi torniamo ad abbracciare il modello della libertà per tornare ad essere una potenza mondiale”.

Subito dopo è giunto il messaggio dell’ex Presidente Usa Donald Trump, prossimamente nuovamente candidato: «Sono molto orgoglioso di te. Cambierai completamente il tuo Paese e renderai l’Argentina di nuovo grande». Milei è stato più populista del suo avversario peronista (è tutto dire) perché ha distillato dall’alambicco conservatore l’elisir del turbo-capitalismo declinato come anarcocapitalismo. Il nuovo presidente ha sfondato nei talk show come politico anti-sistema promettendo di “distruggere a colpi di motosega la Casta peronista”, e la motosega l’ha tirata fuori davvero. Eredita un Paese devastato dall’inflazione al 142% con un debito pubblico di ben 419 miliardi di dollari. Il programma di Milei è quello di privatizzare la maggior parte delle industrie dello Stato e di “dollarizzare” l’economia, smantellando la Banca Centrale.

Nel frattempo gli allibratori giravano impazziti per le strade della capitale argentina cambiando cento dollari Usa per 93.000 pesos argentini, mentre il cambio ufficiale prevedeva solo 35.000 pesos e con la vittoria di ieri il valore è ulteriormente aumentato nella notte. Ma cosa è l’anarcocapitalismo (ac) di cui Milei è alfiere? Intanto diciamo che la sua suggestiva “bandiera” è composta da due triangoli rettangoli con a sinistra il giallo che rappresenta l’oro (cioè il denaro e la ricchezza) e a destra il nero, che compare in ogni bandiera anarchica. L’emblema fu sventolato per la prima volta in Colorado nel 1963, nell’ambito di una manifestazione liberista.

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L’ac è una teoria politico-economica che si basa sull’opera dell’economista americano di scuola austriaca Murray N. Rothbard. Gli anarcocapitalisti sono seguaci dello “Stato minimo”, in cui tutto è privato tranne l’esercizio della sicurezza interna ed esterna, cioè polizia ed esercito. Dunque un sistema economico laissez-faire, in cui il singolo e la sua assoluta libertà, sono protagonisti. L’anarcocapitalismo è considerato l’ala più a destra dell’estrema destra Usa, nota come “alt-right” e alternativa alla classica destra conservatrice comunemente intesa. Il termine è stato inventato da Karl Hess, inizialmente uno studente di sinistra poi diventato un libertario di destra.

Charles de Ganalh Koch (secondo Forbes con un patrimonio stimato di circa 60 miliardi di dollari), l’attuale proprietario della seconda azienda privata Usa, le Koch Industries, è il sovvenzionatore maggiore dell’ac. Gli anarcocapitalisti sostengono che il liberalismo comunemente inteso sia statalista e vada combattuto. I bitcoin sono la moneta più apprezzata dagli ac. In Italia il più vicino al movimento anarcocapitalista è stato Bruno Leoni, seguace di Rothbard. L’anarcocapitalismo è anche il credo del Transumanesimo libertario. Il filosofo Max More, fondatore dell’Estropianesimo (una corrente del Transumanesimo), includeva inizialmente una interpretazione anarcocapitalista della sua dottrina, successivamente attenuatasi in favore di modelli più tradizionalmente libertari, ma rimasta comunque ben presente tra i suoi sostenitori.

L’Estropianesimo condivide con il Transumanismo tutta l’impalcatura filosofica, ma è centrato più sull’ottimismo pratico nel perseguire certi obiettivi, come ad esempio il potenziamento cognitivo e anche il benessere economico tramite un utilizzo razionale e mirato del capitalismo in un’ottica vicina a quella dell’Oggettivismo della scrittrice e filosofa naturalizzata americana Ayn Rand.  Chi è interessato può approfondire nel mio libro “Il Transumanesimo. Una nuova filosofia per l’Uomo del XXI secolo”.

LEGGI ANCHE: Elezioni Argentina: populista contro peronista. Ma governerà comunque il FMI

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